di Roberto Sottile*
Una ricerca carica di significato e segni visivi netti ed essenziali, dove tradizione e innovazione trovano un giusto compromesso. Un percorso articolato che prende forma attraverso interventi creativi di grafica d’arte, con l’utilizzo di tecniche incisorie fortemente contaminate da riferimenti ed innovazioni contemporanee, dove lo studio e la prova delle diverse materie diventa una strada ambiziosa. Una ricerca che si evolve tramite la produzione di matrici sperimentali in PLA progettate e modellate in 3D, oppure la produzione di una nuova carta d’artista ottimizzata per le varie tecniche di stampa in collaborazione con la Cartiera Artigiana Genovese, del Mastro Cartaio Giuseppe Traverso. La Quarta Stanza di Angelo Gallo racconta non solo l’opera, la ricerca, ma anche un modo di essere, di pensare alla comunicazione artistica attraverso opere che sono il risultato dell’intervento e della connessione tra l’arte e la sperimentazione più avanzata, come l’opera Loneliness della serie Anatomie Sensibili, che reagisce e si nutre della presenza e dell’assenza dell’altro. La quarta stanza abitata da Angelo ragiona sulla capacità delle relazioni e sulle inquietudini e sulle attese. Un lavoro fortemente concettuale e sensoriale. L’opera è viva, protetta nel suo involucro, non vede l’altro ma ne percepisce la presenza e l’assenza. I sentimenti umani, la comunicazione sociale si incontrano e si scontrano generando nello spettatore sensazioni contrastanti. Attesa e distanza. Vicinanza e interazione le chiavi necessarie per riuscire a leggere l’opera. Così come nell’opera Uccello senza ali #020187 realizzata con la tecnica dell’acquatinta-acquaforte con sigillo in ceralacca, che fa parte della serie “Anatomie Forzate”. Un uccello mutilato nella sua caratteristica predominante, cioè la presenza delle ali. Una assenza non causata traumaticamente, ma generata da una evoluzione,(oppure una involuzione?) da un cambiamento genetico, dove l’assenza della possibilità del volo, diventa la costrizione di una società che fa fatica a fermarsi, e inghiotte tutto e tutti. La ricerca di Angelo Gallo diventa l’occasione di un viaggio ideale tra le contraddizioni del nostro pianeta, senza però puntare il dito contro i paesi industrializzati, rispetto a realtà ancora preservate. La quarta stanza diventa il luogo di un movimento delle idee e dei pensieri di una società che lotta, che cambia e si trasforma, che spesso però resta cieca rischiando così di cambiare per sempre il corso degli eveni L’opera Assenza, stampa xilografica a secco con sigillo in ceralacca, custodisce nella tecnica, cioè nell’assenza del colore, il significato. l’Africa bianca, muta, quasi invisibile agli occhi del mondo. Un bisogno di aiuto, una contraddizione ma anche una provocazione per scuotere le coscienze.
Le parole della Quarta Stanza
Interazione, assenza, movimento, presenza, relazioni, tecnologie, coscienze. Il lavoro di Angelo mescola tradizione e nuove comunicazioni, riuscendo sempre a mediare il tutto, senza prevaricazioni. Una ricerca attenta non solo ai contenuti concettuali ma anche all’estetica di una immagine “pulita”, compiuta nella sua struttura e nella sua composizione.
Il colore della Quarta Stanza
Nero Avorio. Un pigmento utilizzato e conosciuto dai Greci. Ottenuto cuocendo frammenti di avorio senza il contatto con l’ossigeno. Tradizione e tecnica che si combinano, come i lavori della terza stanza, per dare vita ad un “colore” di contenuti intenso e di gradevole gusto estetico capace di coesistere senza annullare del tutto gli altri segni ed elementi. Un po’ come il segno concreto di Angelo Gallo, capace di mescolare tecniche e soluzioni visive diverse, senza sacrificare il racconto e senza perdere di vista il gusto dell’immagine. Sono opere denuncia, di una societĂ spesso distratta e distante da tutti e da tutto.
La parola non usata nella Quarta Stanza
Umanità . Il lavoro di Angelo non ha categorie e distinzioni. L’umanità è indagata come sistema complesso, ma mai citata esplicitamente. Si guarda al mondo come una scatola nella quale succedono delle “cose” per causa ed effetti di altre “cose”. Una ricerca che non contempla il giudizio, ma si presenta allo spettatore come un neutro resoconto dei fatti che accadono. Una denuncia forte dei cambiamenti, e una cronaca degli effetti.
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*Critico d’arte e curatore