LA LUNA E I CALANCHI – ALIANO, 21/24 AGOSTO 2014
Festival della Paesologia, ideato e curato da Franco Arminio
Abitare Aliano è un’esperienza multisensoriale e un viaggio nell’anima. Un’isola in un mare di argilla, dove si naviga di giorno, scendendo e risalendo lungo costoni e frane gialle, mentre di notte si ha la sensazione di essere allunati e di procedere come nauti smarriti tra valloni e dirupi, che il cielo stellato tinge di grigio e ciano.
Aliano è un battello che non ha alzato bandiera bianca, un pezzo di Mediterraneo dell’interno che sembrava anch’esso destinato a perdersi e, invece, si è ritrovato, richiamando verso di sé nuovi sguardi e presenze, per intrecciare pensieri e parole, suoni e silenzi, cibo e digiuno, condivisione e raccoglimento.
Da paese di confino negli anni Trenta, cui fu destinato Carlo Levi per scontare la sua condanna che invece si è mutata in motivo di rinascita, ispirazione e creatività artistica e letteraria, oggi Aliano è paese di accoglienza e ospitalità. Poche automobili, nessuna pompa di benzina, nessun supermercato, nessun albergo; si alloggia in locande e in qualche b&b, più spesso in case messe a disposizione dai residenti. In compenso riesci a “vedere” un albero, a “sentire” il vento, a guardare i volti, ad ascoltare le voci, a non chiederti perché non ci sono i servizi “urbani” e a capire che puoi farne a meno di averli sempre a portata di mano, a compiacerti che in poche ore conosci e riconosci tutta la comunità di cui ti senti immediatamente parte, a riconoscere la verità del paradosso di Franco Arminio nel sostenere che riempire è svuotare.
È pur vero che Aliano durante l’evento “La luna e i Calanchi”, giunto alla seconda edizione, ha attratto molti ospiti e si è “riempito”, ma di gente che non vuole “consumare” e fa dell’attenzione l’unico viatico del proprio soggiorno. Attenzione ai dettagli, agli edifici storici e ai muri scrostati di semplici case, a ciò che vive e a ciò che muore, alla vecchiaia e ai bambini che crescono, ai giovani che partono, alle porte che si chiudono e a quelle spalancate perché sono state abbandonate, come nel vicino centro di Alianello vecchio.
Durante i Parlamenti comunitari, quasi un ripristino dell’agorazein della democrazia attica, alcune voci hanno sottolineato che un’autentica rivoluzione oggi può essere rappresentata dal togliere più che aggiungere, dal rallentare più che accelerare, dando valore al riserbo del silenzio più che al chiasso della modernità, che rischia di trasformare il mondo in una waste land dello spirito. La paesologia, secondo l’interpretazione di Franco Cassano, è una “scienza arresa”, perché non mira a promuovere e a vendere, ma a saper amare luoghi e a contrastare le disfatta antropologica di numerose, troppe città. Un modello mediterraneo alternativo, come ha sempre sostenuto Edgar Morin. E le tradizioni, i riti, il pane e i prodotti della terra, la musica, la danza, il teatro, l’arte e la poesia ad Aliano risiedono e circolano per le vie di un suggestivo borgo del sud, a sedurre come il più bel canto delle Sirene.
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