Gli antichi lo chiamavano Laos (Λαός in greco), era uno dei fiumi che tracciava il confine tra i Lucani e i Bruzi e sboccava in Calabria nel Sinus Laus (oggi Golfo di Policastro). Sulla sua riva destra, a breve distanza dalla foce, in antico sorgeva Laos una subcolonia di Sibari fondata probabilmente dopo la caduta della madrepatria – a seguito della distruzione operata da Crotone nel 510 a.C. – e conquistata dai Lucani già agli inizi del IV sec. a.C. Il fiume nasce in Basilicata, nel territorio di Viggianello (Pz), nel Parco Nazionale del Pollino, dove prende nome di Mercure. La sua sorgente si trova su Serra del Prete, ad oltre 2.000 m di quota. Percorre 51 chilometri entrando in territorio calabrese presso i centri di Laino Borgo e Laino Castello dove riceve le acque dagli affluenti Battendiero e Jannello e muta il proprio nome in Lao.
Ricco di acque tutto l’anno, nonostante il regime torrentizio che ne fa variare la portata, poco dopo l’ingresso in Calabria il fiume entra in una spettacolare gola scorrendo estremamente incassato per diversi chilometri. Giunto nei pressi di Orsomarso riceve da sinistra le acque del fiume Argentino, suo principale affluente, dopodiché esce dal tratto ingolato, si allarga notevolmente nel proprio alveo e si dirama a delta in vari bracci secondari per sfociare nel Tirreno vicino il borgo di Scalea (Cs). A quest’ultimo tratto si riferiscono le due belle immagini del fotografo cosentino Gianni Termine qui pubblicate.
Per la purezza delle sue acque, la bellezza e la lunghezza del suo tratto all’interno della gola, il fiume Lao – che dà il nome alla Riserva naturale Valle del Fiume Lao, istituita nel 1987 all’interno del Parco nazionale del Pollino – è una meta frequentatissima dagli appassionati di rafting e canoa.