di Ludovico Centola
I sismi (1), la guerra e la successiva cementificazione scriteriata hanno segnato irrimediabilmente la fisionomia della città di Foggia, privandola per sempre di quel fascino che la sua storia ci ricorda (2) . Non per questo la città deve dimenticare il suo passato, che più di una volta l’ha vista protagonista nelle vicende della storia d’Italia (3).
Ancor prima del fastoso matrimonio tra il principe ereditario Francesco I e Maria Clementina d’Austria, avvenuto a Foggia nel 1797 (4) e delle numeros e visite di Francesco di Borbone figlio di Ferdinando di Borbone Re delle Sicilie (5), la città di Foggia fu il centro nevralgico di uno dei più affascinanti sovrani del medioevo: Federico II di Hohenstaufen, meglio conosciuto come Federico II di Svevia.
Noto alle cronache anche come Puer Apuliae o Stupor Mundi, nell’arco di qualche decennio seppe modernizzare il suo regno facendo della sua domus imperiale foggiana (6) la capitale de facto del regno di Sicilia, pur restando Palermo la capitale de iure. La scelta della Capitanata non fu certamente casuale, ma dovuta a fattori di diversa natura, come la posizione intermedia tra la Sicilia e la Germania (7), la vicinanza a Roma (8), la disponibilità di numerose domus nelle vicinanze e l’abbondanza di approvvigionamenti.
Oltre a fattori puramente strategici e logistici (in tal caso avrebbe potuto scegliere anche Napoli) vi è una forte componente emotiva che lo legava alla città di Foggia ed alla Capitanata, come testimoniato dal perdono concesso alla città che gli negò l’ingresso al suo rientro dalla crociata (9) e dalle numerose presenze a manifestazioni di caccia con il falcone che conduceva nelle sue riserve personali. “Se il Signore avesse conosciuto questa piana di Puglia, luce dei miei occhi, si sarebbe fermato a vivere qui”: parole di Federico che rivelano quanto naturale e spontaneo fosse in lui l’amore per questa terra.
Federico II: un marchigiano di origine germanica (10), residente in Sicilia ma domiciliato per oltre trent’anni a Foggia nelle cui immediate vicinanze, a Castel Fiorentino (11), trovò la morte .
Perchè dopo tanti secoli la figura di questo Imperatore ancora ci affascina?
Evidentemente perchè, oltre alle vicende belliche ed alle conseguenti tracce ancora tangibili del suo passaggio, fu per molti aspetti il precursore di quel mecenatismo che vedremo svilupparsi concretamente qualche secolo più tardi in Italia durante il Rinascimento. La sua sconfinata curiosità e la passione per le arti gli diedero l’appellativo di Stupor Mundi. Foggia, Lucera, Manfredonia, Apricena e molti altri centri dauni vedono la loro storia segnata profondamente dalle vicende federiciane. Per trovare una figura di rilievo che si possa identificare pienamente con il territorio di Capitanata, prima di Federico II, dobbiamo andare molto lontano nel tempo per incontrarci con Diomede, eroe greco compagno d’armi e d’avventure di Ulisse, il quale circa 13 secoli a. C. sarebbe sbarcato sulle coste daune, dove secondo alcune leggende, avrebbe fondato le città di Siponto e di Arpi (12), per morire, infne, nelle isole che da lui presero il nome di Diomedee (13).
Veniamo al dunque.
Viaggiando tra la Puglia e la Basilicata, la figura di Federico II è perennemente presente, ma visitando la città di Foggia, a meno che non ci si imbatta per caso nella Porta Arpana o nell’adiacente Arco del Palazzo Imperiale, prestando inoltre molta attenzione alla lapide, è veramente difficile identificare in questa la città prediletta di Federico II.
In una città dalla forte vocazione umanistica come Foggia, afflitta purtroppo da un lento declino, non sarebbe il caso di provare a ripartire da un simbolo forte ed ammirato in tutta Europa, come Federico II, per ritrovare una identità che dai tempi del ventennio fascista risulta essere smarrita? Non sarebbe il caso di realizzare un monumento degno della figura dell’Imperatore che tanto ha amato questa città?
In altre città d’Italia vi sono monumenti che ne ricordano la figura e le gesta. Ad esempio a Lamezia Terme è stata inaugurata una statua nel 2009, a Jesi nel 1995. Troviamo statue di Federico II anche ad Oria, a Napoli e a Berlino.
L’ architetto Mario Soro nel 1981 effettuò uno “Studio per un monumento a Federico II di Svevia in Foggia“ che non fu mai realizzato, si deve dedurre perciò che lui, o il committente, avevano già avuto l’idea di rendere omaggio a questa storica, grande figura.
Dopo numerosi anni di discussione, la città di Manfredonia è riuscita a realizzare un magnifico monumento equestre al suo fondatore Re Manfredi realizzato dall’artista Salvatore Lovaglio, titolare della cattedra di Decorazione presso l’Accademia di Belle Arti di Foggia, ed anche la piccola città di Apricena ha realizzato un grazioso mezzobusto in pietra locale dedicato all’Imperatore Federico II nell’omonima piazza.
Perchè non riprendere l’idea del Soro e donare alla città un simbolo della passata grandezza, ma anche un valido esempio di lungimiranza, di attaccamento alla propria terra e alla propria storia che possa fungere da faro per la nostra e per le future generazioni? Sarebbe da prendere in considerazione anche un eventuale gemellaggio con la città di Jesi, città che a Federico diede i natali, proprio per suggellare il profondo legame che hanno in comune con l’imperatore.
Non sono foggiano, ma come cittadino della Capitanata voglio sperare che l’amministrazione comunale, insieme ai cittadini di Foggia, alle associazioni ed ai massimi esponenti della cultura, possano far propria questa proposta e sentirsi partecipi di un’iniziativa collettiva e fortemente identitaria che possa donare lustro e splendore alla città che è il punto di riferimento della provincia tutta.
NOTE:
1) Ricordiamo quelli del 1627 (http://www.mondimedievali.net/rec/maremoto.htm) e del 1731 (ww.manganofoggia.it/terremoto.htm) che modificarono significativamente l’aspetto urbano della città.
2) www.manganofoggia.it/foggiascomparsa.htm
3) La sua importanza, oltre che dal punto di vista storico, va inquadrata anche in un contesto economico. Fu infatti il secondo snodo ferroviario d’Italia dopo Bologna e granaio d’Italia durante il periodo fascista, dopo il quale iniziò il suo inesorabile declino.
4) “Le nozze del principe: diari, cantate, suppliche, bandi e altri generi letterari per le nozze di Francesco di Borbone a Foggia (1797)” Stefano Capone, Edizioni del Rosone, 1997
5) Riporto qui fedelmente la traduzione di una lapide (ora scomparsa) affissa in una campagna in agro di Rignano Garganico che ricorda il lieto evento della visita: “Francesco di Borbone figlio di Ferdinando di Borbone Re delle Sicilie, principe nel pieno della sua giovinezza, mentre nel 1824 stava viaggiando per la Daunia e mentre allietava tutti i pugliesi con la sua presenza e le sue parole decise di fermarsi in questa piccola residenza di campagna di cappelle (cappella di campagna) per riposare nel pomeriggio. Quando divenne potente egli stesso per qualche tempo non ebbe noia di fermarsi. Il regio inserviente delle cappelle, nonchè rustico amministratore del suo bestiame, qui, affinchè non andasse perduto il ricordi di così grande onore, questa lapide ordinò. A primavera allora lieti e ridendi l’agricoltore ed il pastore iniziarono (a sistemare). A primavera ora continuano (a fare).”
6) Si consulti “Il palazzo Imperiale di Foggia” di Michele Bellucci, anno 1951 – http://emeroteca.provincia.brindisi.it
7) “A questo punto dobbiamo far risalire l’origine delle sue determinazioni importanti di carattere politico e strategico nei riguardi della Capitanata. Egli sentì il bisogno di di sorvegliare più da vicino tutti gli avvenimenti d’Italia, sentì il bisogno di diminuire la distanza che, abitando in Sicilia, lo separava dalla Germania, sentì il bisogno di fortificare le zone di confine ed i corridoi militari, quindi ordinò di fare tutto quello che era necessario per rendere la Capitanata cuore dell’Impero, forte, inespugnabile e sicura “, Benedetto Biagi, Foggia Imperiale – anno 1933
8) Il papato infatti si dimostrò nel corso degli anni il più arcigno dei nemici della dinastia Sveva.
9) Federico II e la Capitanata di Pasquale Corsi, http://www.bibliotecaprovinciale.foggia.it – anno 1995/96
10) Nipote diretto di Federico Barbarossa, nacque a Jesi il 26 dicembre 1194.
11) Castello federiciano ormai ridotto a rudere. Qui trovò la morte Federico II il 13 dicembre 1250 a causa di una forte
dissenteria.
12) Quest’ultima tesi è riportata anche nell’Eneide di Virgilio
13) Antica denominazione delle Isole Tremiti
14) Non ho approfondito la vicenda dello studio. Mi sono limitato a riportare quanto visionato sul portale di Alberto Mangano alla seguente pagina www.manganofoggia.it/mariosoro.htm