L’insostenibile leggerezza dell’estate.
“Ti ho mandato un pensiero…giusto un ricordo – diceva la zia al
telefono, quando con mia madre si sentivano.
Erano giusto le 3 di notte, ma eravamo abituati a ricevere telefonate a
quell’ora . . .O erano gli zii dall’America, che ci facevano sobbalzare nel letto in pieno
sonno, o – nelle notti tempestose – i marinai, che avvisavano papà che una fune
si era rotta e la barca rischiava di sbattere sul molo.
Erano “voci a sorpresa”, ma neanche più di tanto, perchè si sa, in una
famiglia abituata a cavalcare le onde, ti puoi aspettare di tutto.
L’estate, per esempio, era il periodo più tranquillo dell’anno, perchè il
tempo bello e soleggiato, metteva al riparo da improvvisi rovesci.
Ma, insidiosa e travolgente, come una forza ammaliatrice, arrivava la solita
“tromba d’aria”, che faceva agitare mia madre.
Le persiane sbattevano, si scatenava l’uragano e lei gridava – Sant’Antogn me’,
Sant’Antogn me’. Poi tutto si quietava.”
Imma Furio