Immerso nel Parco Nazionale del Pollino calabrese, Orsomarso (Cosenza) ha origini risalenti al periodo delle lotte fra Gotici e Bizantini: la tradizione vuole che uno dei suoi signori sia stato un certo Ursus Martius (Orso Marso) da cui derivò il nome del borgo che sorse intorno alla fortezza. L’abitato si è sviluppato a piccoli nuclei intorno a monasteri o palazzi. Data la sua posizione appartata, immersa nella natura, Orsomarso fu luogo privilegiato dai monaci basiliani e frequentato da santi importanti come S. Nilo, S. Leone Luca, S. Saba, S. Primo, S. Fantino il Giovane, S. Macario. Dal Medioevo alla fine del feudalesimo il borgo fu proprietà di numerose famiglie aristicratiche come i Sanseverino, gli Ametrano e i Brancati. Nella seconda metà dell’Ottocento Orsomarso prese parte attiva alle battaglie e lotte risorgimentali e subì atroci rappresaglie da parte dei borbonici. Oggi è una località famosa non solo per le sue bellezze artistiche, ma anche per quelle naturali che annualmente richiamano visitatori da ogni parte d’Europa e del mondo. Uno dei luoghi di maggiore richiamo è la bellissima Valle dell’Argentino, un fiume che nasce dai Piani di Novacco, sopra il borgo di Saracena, e sfocia nel mare Tirreno. Molto note sono pure le cascate che si possono ammirare lungo il corso del fiume.
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Il borgo dà inoltre il nome alla Catena montuosa dell’Orsomarso, espansione sud-occidentale del Parco Nazionale del Pollino, che contribuisce a rendere uno dei parchi nazionali più estesi d’Europa. Questo complesso montuoso, che con la sua cima più elevata del Cozzo del Pellegrino (m 1987 s.l.m.) sfiora i 2000 metri, è stato accostato al Massiccio del Pollino per alcune analogie che ne attestano l’unicità rispetto ad altre montagne presenti nei pressi. Tra queste la più evidente è costituita dalla esistenza del Pino Loricato che caratterizza con la sua esclusiva presenza, in Italia, il parco nazionale in cui è presente, testimoniando dell’antico collegamento tra l’Italia meridionale ed i Balcani, attraverso il Mare Adriatico, quando i suoi fondali, durante le ere glaciali, non erano completamente sommersi e costituivano un corridoio preferenziale di scambio di flora e fauna tra i due versanti. Altre caratteristiche comuni si riscontrano nelle presenze faunistiche (come lupo, lontra, aquila reale), nella purezza delle acque dei suoi torrenti, soprattutto dell’Argentino, nella ripidità e asprezza di molti versanti, spesso inaccessibili se non si è provetti scalatori, tutti fattori che esaltano la naturalità dei luoghi preservando gli antichi ecosistemi da rischi di alterazioni profonde.
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