Scalea è nota ai più come splendida località turistica del Tirreno cosentino, ma c’è un volto di questa cittadina calabrese che non tutti conoscono: il suo centro storico. Solo quando la voglia di conoscere e di scoprire prevale sulla pigrizia e l’apatia si trova la giusta spinta per affrontare le ripide scalinate che caratterizzano il paese; e raggiungere la sua sommità ci fa sentire appagati, la sua bellezza, il panorama mozzafiato, la sua tranquillità, saziano il nostro spirito.
Dall’alto dell’imponente Torre Talao, la torre di avvistamento risalente al XVI secolo, simbolo di Scalea, osserviamo con meraviglia il centro storico e pensiamo che raggiungerlo sia un’ardua impresa, ma non è così quando è la curiosità a fare da traino. Senza accorgercene siamo ai piedi del paese, in Largo Ordine; entriamo nella Scalea antica attraverso la Porta Marina, una delle quattro porte che un tempo permettevano l’accesso al borgo medievale. Avvolti dal fresco e dalla semioscurità, una scalinata ci conduce alla nostra prima tappa, la Chiesa di San Nicola in Plateis, con il suo bel portale in tufo e la loggia antistante che ci regala una sorprendente veduta sul mare. Con questa incantevole immagine negli occhi, riprendiamo il nostro cammino, quando a un tratto ci investe un fascio di luce, proviene da un finestrone ad arco, quello di Palazzo Pallamolla, un tempo abitato dall’omonima ricca famiglia di mercanti.
Continuando, sbuchiamo in un ampio spazio: siamo in Piazza Maggiore De Palma, la luce ci abbaglia, il panorama ci incanta: la distesa immensa del mare con al centro la collinetta su cui sorge la Torre Talao, la bellezza della natura si fonde con quella dell’architettura e ci ammalia, diffondendo su tutto un senso di pace e serenità. Voltando le spalle a questa meraviglia, si ha l’impressione di essere tornati indietro nel tempo, di essere in uno di quei paesini del passato dove tutti si conoscevano e tutti si ritrovavano in piazza, tanto vi si respira la tranquillità e la semplicità di una volta.
La piazza con gli alberi, i fiori, la fontana, e la scalinata…l’ampia scalinata Cesare de Bonis che ci introduce nel labirinto di vicoli di Scalea, dove aleggia un’aria di familiarità, di tradizioni, dove ancora come un tempo gli abitanti si intrattengono a chiacchierare seduti davanti alle loro porte aperte. Dietro ogni angolo si nasconde una meraviglia inaspettata, ogni vicolo ci rivela, sorprendendoci, un portale, un loggiato, uno stemma, una scala, una finestra, un arco…E’ tra questi vicoli che, all’improvviso, la nostra attenzione viene rapita da una strana costruzione, una torre cilindrica, si tratta della Torre Cimalonga, costruita nel XV secolo a difesa dell’adiacente Porta Cimalonga, che oggi purtroppo possiamo vedere solo con la nostra immaginazione.
Tornando sui nostri passi, ricominciamo a salire la scalinata, e mantenendoci sulla sinistra giungiamo alla Chiesa di Santa Maria d’Episcopio, con la sua bella torre campanaria e il suo superbo portale in pietra. Approfittiamo del muretto di fronte per riprendere fiato, ma presto ci accorgiamo che uno strano senso di beatitudine si è appropriato di noi, il silenzio, l’aria dolce…ci accarezza la pelle un piacevole soffio di vento, davanti a noi la chiesa con la sua scalinata, e tutto intorno le caratteristiche casette addossate l’una all’altra, non c’è nessuno in giro, e ogni pensiero svanisce, la bellezza e la tranquillità hanno il sopravvento.
A fianco della chiesa si nota una stretta scalinata che ci fa capire come in realtà la nostra ascesa non sia ancora finita, ma manca poco…al termine di quegli scalini ci ritroviamo immersi nel passato, siamo davanti ai resti del Castello costruito dai Normanni nell’XI secolo e a cui si accedeva attraverso la terza porta, la Porta Militare.
Pieni di soddisfazione per aver raggiunto la vetta del paese, possiamo intraprendere la discesa, e quando sbuchiamo sulla scalinata de Bonis il colpo d’occhio è incredibile, la piazza affacciata sullo splendore del mare scintillante. Giunti nella piazza, oltrepassiamo il varco a sinistra della gradinata, e mantenendoci sulla destra costeggiamo Palazzo dei Principi, le cui mura videro illustri personaggi del mondo culturale del passato, ospiti dalle varie famiglie che si susseguirono nell’antica dimora; nei pressi dell’edificio si ergeva la quarta porta, la Porta del Ponte, riservata ai feudatari.
Da qui arriviamo in Piazza Caloprese, il cuore della città odierna, e si ha l’impressione di essere scaraventati nella realtà, nella quotidianità, dopo aver fatto un viaggio nel tempo, un tuffo nelle affascinanti atmosfere del passato. Ma conserveremo per sempre in noi le immagini di una bellezza suggestiva e ogni volta che vorremo evadere, anche solo per un po’, dalle nostre consuete ansie, ci rifugeremo nel ricordo di questi antichi splendori, combinazione di arte e natura.
Roberta De Luca
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