CALABRIA – Il breve video “Papaglionti e la grotta di Trisulina” realizzato da Cosi Mali, progetto di promozione e valorizzazione della Calabria nato a Tropea (Vibo Valentia) dall’idea di alcuni giovani volontari innamorati della propria terra, mostra due casi di ordinaria incuria ai danni di altrettanti beni del nostro patrimonio storico abbandonati ad un destino di degrado e di distruzione pur costituendo significative tracce della identità culturale di una parte del territorio regionale nonché oggetto di potenziale interesse culturale e turistico.
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Il borgo fantasma di Papaglionti (nome derivante dal greco-bizantino Papas Leontios, prete Leonzio), frazione del comune di Zungri (Vibo Valentia), è stato abbandonato a seguito di una alluvione del 1952 e mai più ripopolato. Le vecchie abitazioni hanno lasciato il posto, a breve distanza, ad un nuovo abitato, ma l’antico borgo – nonostante l’abbandono – conserva un particolare fascino non di rado capace di attirare visitatori in vena di perlustrazioni ‘fuori pista’. Chi vi arriva è accolto all’ingresso del paese da un bel Calvario del 1600, mentre in centro ancora svettano antichi palazzi nobiliari e una chiesa purtroppo tutti in pessimo stato. Situato in mezzo ad un superbo bosco di ulivi, il borgo sorge sull’altopiano del Monte Poro, lungo il fianco dello stretto vallone che arriva fino al mare, attraversato dal torrente Ceresia. Antichi documenti testimoniano di un feudo Papaleonte esistente almeno fin dal 1280. La chiesa di S. Pantaleone, del XVIII° secolo, oggi abbandonata e fatiscente, è descritta nelle fonti come ricca di quadri, croci dorate e paramenti sacri finemente lavorati. Un imponente edificio del 1823, una sorta di villa-fortezza costruita in stile tardo barocco, testimonia invece del potere della famiglia Di Francia, signori del borgo e possessori di quasi la totalità delle terre della zona.
Legata al borgo di Papaglionti, luogo di storie e leggende popolari come quella della ‘Tromba del diavolo’, è la Grotta di Trisulina dal popolo creduta sede di un misterioso tesoro nascosto e mai ritrovato. Secondo la leggenda, per ottenere il tesoro sarebbe stato necessario sparare tutti i colpi di una pistola contro una figura misteriosa che appare all’interno e che riguarderebbe proprio Trisulina, una donna col volto coperto da un velo nero. Alcuni riconducono il nome della leggenda al fatto che il tesoro fosse protetto dalla Tromba del Diavolo, ossia la pianta Datura metel L. proveniente d’Oriente, un vegetale realmente esistente e fortemente velenoso. Il luogo, una massiccia costruzione in muratura, nota anche come Tempio di Santa Rosalia, è in realtà ciò che resta di una ricca residenza romana di epoca augustea. Si conserva quasi integra la parte interrata, scavata (si vedono ancora i segni del piccone) in una compatta roccia arenaria. La costruzione conserva un criptoportico diviso in due navate con volte a botte, separate da pilastri rettangolari collegati fra loro da archi. Vi si accede attraverso due scalette laterali, una a due rampe e una ad una sola rampa, mentre resti di colonne granitiche testimoniano lo splendore originario della villa.
(Credits: Discovering Calabria with Cosi Mali – Director /Operator / Editing /Post Production: Enzo Scordo & Antonello Masala; Narrator: Marianna Adilardi; Tour Guide Aldo Multari and Liane Shers; Musica: traccia con licenza CC). Durata: 02′,17”. (KASIA BURNEY GARGIULO)
Immagine di anteprima: Papaglionti (VV), di Cosi Mali per Racconta il tuo Sud
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a papaglionti c e’ anche un ponte con strutture in legno risalente fine 1800 primi 900 . poi nel borgo nuovo c e’ una villa residenza estiva di un conte francese edificata da un allievo del Vanvitelli molto bella
Francesco, grazie per queste ulteriori informazioni.