In Calabria, alle falde dell’Aspromonte nord-occidentale sorge Oppido Mamertina (Reggio Calabria), millenaria città episcopale (oggi sede della diocesi di Oppido Mamertina-Palmi) che dopo il devastante terremoto del 1783 fu ricostruita nei pressi del borgo medievale (Oppido Vecchia) su progetto degli ingegneri napoletani Antonio Winspeare e Francesco La Vega, che ha conferito al nuovo centro un moderno impianto a scacchiera con ampie vie rettilinee ed ortogonali e grandi piazze. Dei vari secoli, precedenti e successivi al terremoto, Oppido conserva numerosi palazzi nobiliari con artistici portali in granito, come Palazzo Migliorini, in stile neoclassico napoletano, o Palazzo Zerbi, in stile tardo barocco. Caratteristiche e pittoresche sono le tortuose vie della città antica molti dei cui resti sono oggi visibili fra le rigogliose piante d’ulivo; infatti dell’antico assetto urbano restano ancora parte delle mura di cinta, delle porte, del castello, della Cattedrale, del chiostro dei Minimi, del Seminario e di case sparse. Nel suo antico Seminario si insegnavano lettere, filosofia, dogmatica, teologia morale, sacra scrittura, canto gregoriano, storia sacra e profana, geografia, oratoria, poetica, estetica, storia della filosofia.
Oppido Vecchia fu fondata probabilmente nel IX secolo sulla antica Oppidum a sua volta costruita su un precedente insediamento dei Mamertini spostatisi dalla vicina Mella dove aveva trovato rifugio unendosi alla popolazione italica del posto e dando alla luce la mitica Mamerto. Nel 1056 il borgo medievale fu conquistato da Ruggero Il Normanno e divenne Ducato durante la dominazione angioina, venendo a lungo conteso tra angioini ed aragonesi. Se questa è in sintesi la storia di Oppido fra medioevo e rinascimento, in realtà – come si accennava prima – il territorio fu sede di insediamenti molto più antichi, e la ricca messe di reperti archeologici da secoli emergenti dal terreno sono là a dimostrarlo. Vi sono infatti documentate presenze comprese tra i secoli VII e III a.C. ricollegabili ad aree di abitato e di necropoli; emerso anche un nucleo riferibile a genti indigene ellenizzate e successivamente a una comunità brettia, così come non mancano più antichi reperti riferibili all’età neolitica e all’età del ferro.
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