“…giungemmo a Torre di Gerace, una isolata torre del Medioevo, posta al margine della costa, nel luogo dove gli archeologi riconoscono con certezza il sito di Locris antica. Fondamenta di antichi edifici si estendono per ampia parte nei vigneti circostanti, e innumerevoli monete vi sono state rinvenute. Molto bella è quella grigia torre, situata tutta sola sopra la rocca nei pressi delle onde blu, con sullo sfondo la graziosa collina di Gerace, e di numerosi profili di montagne alte e distanti. Attorno ai piedi della Torre Locrese, e dappertutto intorno alla spiaggia sabbiosa, crescono in gran quantità bianchi amarilli, che riempiono l’aria con il loro profumo delicato…
…a Gerace ogni roccia, santuario o palazzo sembra colorato e fatto apposta per gli artisti e l’unione delle linee realizzate dalla natura e dall’arte è semplicemente deliziosa…Gerace è di gran lunga il più grandioso e superbo luogo come posizione e come città che io abbia finora visto in Calabria…”
Edward Lear*, Diario di un viaggio a piedi in Calabria e Sicilia, 1852
* Edward Lear, pittore, illustratore, scrittore e umorista inglese (1812-1888) nell’agosto del 1847, in due diverse occasioni – la prima l’11 e il 12, la seconda dal 21 al 23 – soggiornò a Gerace, ospite di Pasquale Scaglione, nel corso di un più ampio viaggio che lo portò alla scoperta degli angoli più suggestivi del reggino. Nell’estate 2013, a quasi 166 anni di distanza da quel viaggio, una lapide marmorea che dal 1975 circa si trovava all’interno di casa Scaglione, è stata apposta all’esterno dello stesso palazzo che ospitò Edward Lear nel 1847, in ricordo della tappa del viaggio compiuto dall’intellettuale inglese oltre un secolo e mezzo fa.