Un’impresa pugliese si è aggiudicato l’appalto dell’avveniristico complesso architettonico. Project Manager sarà l’ingegnere calabrese Nilo Domanico
di Redazione FdS
Vincitore nel 2009 del concorso internazionale Regium Waterfront, indetto dal Comune di Reggio Calabria nell’ormai lontano 2006, sta per tradursi in realtà il progetto firmato dalla compianta archistar irachena Zaha Hadid per il complesso architettonico formato dal Museo del Mediterraneo e dal Centro Polifunzionale; un progetto pensato per la riqualificazione degli spazi tra il celebre Lungomare Falcomatà e il Porto e per rimarcare l’identità di Reggio quale città legata al mare da un rapporto più intimo di quello dettato da una semplice posizione geografica. A oltre dieci anni dal concorso è stato infatti siglato a fine marzo presso il Palazzo San Giorgio di Reggio Calabria la convenzione con cui si affida ufficialmente il progetto esecutivo allo studio di architettura britannico Zaha Hadid Architects, rappresentato dal suo attuale director, Filippo Innocenti. L’architetto ha partecipato alla formalizzazione dell’atto insieme a Paolo Brunetti, sindaco facente funzioni, e Francesco Barreca, dirigente dei Lavori Pubblici. Un atto importante che – come dichiarato da Carmelo Romeo, consigliere comunale con delega al Museo del Mare – “cristallizza una situazione che dà l’avvio a tutta una serie di attività propedeutiche all’apertura formale del cantiere. Da oggi, lo studio Zaha Hadid potrà mettersi operativamente a lavoro per realizzare un progetto in cui abbiamo sempre creduto”.
I FINANZIAMENTI
L’opera è stata finanziata nel 2021 classificandosi tra i quattordici interventi strategici che nel PNRR rientrano nella categoria “Grandi Attrattori Culturali”, nel più ampio contesto del cosiddetto Recovery Plan della Cultura. Da quanto si è appreso le somme al momento disponibili per la realizzazione sono di 61 milioni di euro, ma l’importo finirebbe praticamente per raddoppiarsi se andrà a buon fine l’indirizzo politico dato dall’amministrazione comunale per la individuazione di altri 60 milioni all’interno della nuova programmazione Pon Metro, fondi necessari a completare un’opera i cui spazi interni prevedono tra l’altro un centro di biologia marina, un acquario, laboratori di restauro, un archivio, una biblioteca, un bar, un ristorante, un’ampia sala congressi e spazi espositivi per mostre permanenti e temporanee.
SUD PROTAGONISTA
Ad aggiudicarsi la realizzazione del complesso è stata l’impresa pugliese Cobar Spa che ha assegnato il ruolo di Project Manager all’ingegnere calabrese Nilo Domanico, originario di Rossano, che nel suo curriculum di caratura internazionale ha tra l’altro all’attivo la realizzazione del più grande giardino botanico del mondo, in Oman, mentre più di recente ha elaborato il Masterplan per la bonifica idraulica del Parco Archeologico di Sibari, con l’obiettivo di porre fine all’annoso e dispendioso problema degli allagamenti dovuti alle interferenze di una falda acquifera oltre che alle piene stagionali del fiume Crati.
IL CONCEPT DEL PROGETTO
Reggio Calabria: un ruolo centrale nel Mediterraneo
Il progetto di Reggio Calabria, molto articolato, prevede una serie di interventi da attuarsi puntando a integrare il complesso architettonico con il paesaggio circostante. I due edifici simbolo del legame tra Reggio e il suo mare – Museo del Mediterraneo e Centro Polifunzionale – vagamente ispirati alla forma di una stella marina e modellati nelle tipiche linee sinuose dello stile Hadid. “Scopo del progetto – si legge nella scheda con cui lo Studio Hadid ha illustrato il concept – è di realizzare due edifici simbolo che caratterizzino inequivocabilmente la città di Reggio Calabria come capitale culturale e futuro punto di confluenza tecnico-economico del bacino del Mediterraneo. Il progetto sfrutta le potenzialità uniche della localizzazione, lungo lo stretto braccio di mare che separa l’Italia continentale dalla Sicilia. Perfettamente visibili dalla costa opposta, i due edifici si elevano alla scala ambientale. Landmark unici nel paesaggio, i due edifici saranno segnali inconfondibili per l’orientamento dal mare e da terra.”
L’opera di riqualificazione
Il complesso architettonico concepito da Hadid ha puntato inoltre a integrare nella città, e quindi a valorizzare, la fascia degradata oltre la linea ferroviaria “attivando una mobilità urbana differenziata di collegamento tra i nuovi poli e tra questi e le infrastrutture limitrofe”. Prevista inoltre una “rivitalizzazione dell’antico tessuto di giardini e appezzamenti agricoli, dopo tanti anni di occlusione e degrado”. Su un tessuto urbano così rivitalizzato “saranno organizzati i distretti turistico ricettivi e si disporranno liberamente le attrezzature leggere per la nautica da diporto e per la balneazione”; per quest’ultimo aspetto si è prevista “la possibilità di salvaguardare il più possibile il carattere naturale della spiaggia intervenendo con strutture adeguate (attrezzature leggere per la balneazione, piccoli locali per il ristoro e un villaggio turistico alla confluenza delle fiumare)”. Grande attenzione viene riservata anche al rapporto paesaggistico con il litorale e all’esaltazione delle potenzialità panoramiche della città, che saranno fruibili anche dal mare grazie a “una mobilità diretta via mare tra le infrastrutture principali di collegamento regionale e nazionale ed i nuovi poli culturali e turistici.” Previste anche “modalità di connessione tramite navette ecologiche leggere, che garantiranno la continuità tra i poli del lungomare e le attrezzature dislocate per il parcheggio, da studiare in modo da spostare la congestione del traffi co automobilistico quanto più possibile lontano dal lungomare.”
Reggio Calabria si prepara dunque a un’operazione che potrà incidere in modo positivo e duraturo sulla sua immagine, oltre che sulla sua vita culturale e sulla fruizione stessa territorio urbano, a condizione che si abbia la capacità di integrare questo intervento di progettazione architettonica e riqualificazione urbana senza precedenti in Calabria con un più ampio e virtuoso superamento di quelle criticità che da troppo tempo impediscono alla città di fare un salto di qualità degno del suo glorioso passato storico.
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