di Redazione FdS
Il Parco Nazionale del Pollino continua a rivelarsi una preziosa oasi di biodiversità grazie alla scoperta di un nuovo insetto che va ad aggiungersi agli altri di cui ci siamo occupati in anni recenti, ossia la Rosalia alpina e il Buprestis splendens. Si tratta del Rhizotrogus tedeschii, uno scarabeide che ha il suo habitat su una delle principali vette del Massiccio del Pollino, ovvero la Serra del Prete che con i suoi 2.181 m. di altezza è il terzo monte più alto del Parco ed è situato tra i comuni di Morano Calabro, nel versante meridionale (Calabria), e Viggianello, nel versante settentrionale (Basilicata).
A dare notizia della scoperta un articolo degli scienziati Marco Uliana e Valerio Gallerati pubblicato su R.O.SA, la rivista scientifica on line dell’Università La Sapienza di Roma. L’insetto, individuato a 1900 metri di quota, su prati alpini disseminati di roccia calcarea, appartiene a una nuova specie di Rhizotrogus, genere di coleotteri appartenente alla famiglia degli Scarabeidi, di dimensioni medio-piccole, caratterizzati da un corpo solitamente robusto e cilindrico, di forma ovale e dal colore generalmente marrone, che può variare a seconda della specie. Il nome di questa nuova specie – spiega il Museo di Storia Naturale di Venezia che per primo ha lanciato la notizia sui social – “è stato intitolato all’entomologo milanese Michele Tedeschi che per primo ha osservato la specie in natura e informato gli specialisti che se ne sono occupati, permettendo loro le fruttuose indagini alla base di questa ricerca”. E, riferendosi al comportamento di questo insetto in natura, il museo veneziano aggiunge che “sebbene appartenga a un gruppo di scarabeidi prevalentemente ad attività notturna, Rhizotrogus tedeschii vola in pieno sole, dal mattino al primo pomeriggio. Sembra quindi plausibile che il suo colore, insolitamente scuro rispetto ai parenti più prossimi attivi di notte, costituisca un adattamento protettivo nei confronti della radiazione luminosa. Probabilmente gli adulti non si alimentano e vivono pochi giorni, giusto il tempo di riprodursi”.
Dall’articolo di Uliana e Gallerati si evince dunque che la scoperta si deve a Tedeschi, attivo sul campo insieme al collega Sergio Monzini nel corso di due visite, tenutesi il 27 e 28 maggio 2018, durante le quali è stato rilevato il sito di volo del Rhizotrogus Tedeschii e alcuni esemplari sono stati raccolti a mano. Della sua osservazione lo studioso milanese ha quindi provveduto a comunicare notizia agli autori della pubblicazione. A tale prima comunicazione ha fatto seguito una più approfondita e proficua indagine sul campo che ha consentito di individuare una numerosa popolazione del coleottero il quale – scrivono Uliana e Gallerati – “si è dimostrato appartenere ad una nuova specie vicina al R. cicatricosus Mulsant 1842”.
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