“Mon appartement est très beau et a la vue sur la mer”
Re Carlo di Borbone, lettera ai genitori, 12 maggio 1734
di Redazione FdS
L’azzurro scintillante del golfo e il suggestivo profilo del vulcano, titano quiescente che incombe sulle contrade un tempo scenario dei fasti di Pompei e Ercolano: è questo senza dubbio uno dei panorami più belli del mondo, visibile da vari punti di quel grande anfiteatro che è la città di Napoli. Uno dei più privilegiati da cui goderlo è però il Giardino Pensile annesso al primo piano di Palazzo Reale, cuore del complesso che comprende anche il Teatro San Carlo e il giardino di passeggio creato nel 1842 dal botanico tedesco Friedrich Dehnhardt. Dal 24 novembre questo magico belvedere partenopeo sarà riaperto alla fruizione dei napoletani e dei turisti dopo un lungo restauro volto a recuperarne l’antica struttura portante in tufo, l’originaria pavimentazione a elementi alterni in bianco Marmo di Carrara e Bardiglio Imperiale e, naturalmente, il prezioso impianto botanico. In occasione dell’inaugurazione, lo scorso 22 novembre, è stata presentata anche un’installazione “site specific” del maestro giapponese Uemon Ikeda, intitolata “Un giardino incantato a levante del sole” e visitabile fino all’8 gennaio 2019; si tratta dell’intreccio di un filo rosso di lana e seta che accompagna il visitatore in un percorso che unisce l’interno e l’esterno di Palazzo Reale.
Il Giardino Pensile, affacciato su via Acton e i Giardini del Molosiglio, che costeggiano il litorale, è ben visibile dalla terrazzata via Cesario Console (l’antica Salita del Gigante). Un ponte di ghisa lo collega al Palazzo Reale, palinsensto architettonico passato per le mani di maestri come Domenico Fontana, Gaetano Genovese, Luigi Vanvitelli, Ferdinando Sanfelice e Francesco Antonio Picchiatti, chiamati via via dal sovrano di turno. A partire dal 1600 e per oltre 150 anni, la reggia è stata infatti residenza storica dei viceré spagnoli poi soppiantati dalla dinastia borbonica fino all’unità d’Italia, con l’intermedia parentesi decennale francese di Giuseppe Bonaparte e Gioacchino Murat e quella conclusiva dei Savoia, prima che nel 1919 fosse ceduta al demanio statale e adibita a museo di sé stessa oltre che a sede della Biblioteca Nazionale.
Le prime testimonianze visive del Giardino Pensile risalgono ad alcune incisioni tardo-seicentesche di Francesco Cassiano de Silva, ma il suo assetto ha subito nel tempo delle modifiche, come quella di metà ‘700 e l’altra, definitiva, di metà ‘800. Denominato in origine “Giardino del Belvedere”, sarebbe nato dall’ampliamento di un terrazzo annesso al corpo di fabbrica che nel 1671 ospitava le stanze della Viceregina Ana Fernandez de Cordoba. Nel ‘700 con l’arrivo di Carlo di Borbone si sviluppò come un grande terrazzamento balaustrato costellato di busti e grandi vasi per fiori, aiuole rettangolari e uno spazio ellittico al centro con fontana. Un arricchimento delle aiuole caratterizzò gli inizi dell’800, mentre nel 1836 il giardino assunse l’assetto attuale, vedendo integrata la struttura esistente con un braccio nuovo e un piccolo ponte in ghisa che lo collega al Palazzo, elemento quest’ultimo abbattuto durante il 2° conflitto mondiale e ripristinato solo nel 2009 sulla base del progetto originario. Con i Savoia il giardino si limitò invece ad arricchirsi di piante, panchine e fioriere. Il resto è storia del recente restauro, volto a riportare il Belvedere all’antico splendore grazie a un attento studio di documenti d’archivio (disegni e fotografie d’epoca) relativi alla parte strutturale, a quella botanica e alla pavimentazione.
Da un punto di vista botanico il giardino è dominato da alte siepi di Bouganvillea, esemplari di Cycas revoluta, pergolati e gazebo con varie rampicanti, ed è completato da una duplice fila di aiuole fiorite fra le quali si stagliano una fontana con zampilli e panchine marmoree in stile neoclassico oltre a un tavolo in marmo di Carrara che occupa lo spazio ellittico centrale e regge alcune fioriere. Nel restauro si è scelto di seguire una ricostruzione filologica che ha permesso di ripristinare le essenze antiche, come agrumi e rose, menzionate nei documenti d’archivio su Palazzo Reale.
Il restauro del Giardino Pensile, parte di un più ampio progetto di ristrutturazione e riqualificazione del Palazzo Reale di Napoli, è stato realizzato dal Segretariato Regionale per la Campania del MIBAC diretto da Mariella Utili, dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Napoli diretta da Luciano Garella, RUP dell’intervento e dal Polo museale. Con il sostegno di: Amici di Capodimonte, SIEN S.r.l., Giovanni Scaturchio, Consorzio stabile Glossa.
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Giardino Pensile di Palazzo Reale, Napoli
P.zza del Plebiscito
Visite guidate al Giardino Pensile, a cura del personale di Coopculture, sono disponibili dal 24 novembre al 6 gennaio 2019 ogni sabato e domenica (escluse le prime domeniche a ingresso gratuito), alle ore 11.30 e 12.00. La visita, intitolata “Passeggiata con vista sul Golfo. Il giardino pensile di Palazzo Reale“, prevede una introduzione alla storia del Palazzo e l’accompagnamento al Giardino Pensile. Dura 20 minuti ed ha il costo di € 2,00 a persona, più biglietto del museo (intero € 6,00, ridotto € 3,00) | Gruppi di max 25 persone. Prenotazione consigliata al numero 848.800.288 (+39.06.39967050 dai cellulari e dall’estero), dal lunedì al venerdì 9.00-13.00 / 14.00-17.00 | sabato 9.00-14.00. E’ tuttavia possibile prenotare direttamente in biglietteria 15 minuti prima dell’inizio della visita, solo se i gruppi non sono ancora al completo. Dopo il 6 gennaio sarà fissato un nuovo calendario di visite guidate.
L’installazione di Uemon Ikeda è visitabile – tutti i giorni, ore 9 -20 (ultimo ingresso ore 19); mercoledì chiuso – fino all’8 gennaio 2019 con il biglietto dell’Appartamento Storico.