Sul sito internet del Parco chiunque può firmare la petizione per sostenere la candidatura UNESCO della Sila, prezioso scrigno di biodiversità
di Redazione FdS
Il Parco Nazionale della Sila, dopo le recenti scoperte archeologiche e paleontologiche, torna a far parlare di sè grazie al rilancio della sua candidatura a ‘Sito Patrimonio dell’Umanità’ dell’UNESCO. In un convegno tenutosi nei giorni scorsi presso la Sala Stampa dell’Università della Calabria, la Direzione dell’Ente Parco ha raccolto il supporto all’iniziativa da parte del mondo istituzionale, accademico, imprenditoriale e dei tanti cittadini presenti. Così come ha ricordato nei suoi saluti il Commissario Straordinario del Parco, la professoressa Sonia Ferrari, “oggi ripresentiamo qui all’università la nostra candidatura UNESCO che rappresenta l’esito di un lavoro complesso portato avanti per lungo tempo da tutto il personale dell’Ente. Un lavoro grazie al quale il nostro è anche un Parco che oggi non è più visto come un freno allo sviluppo, ma semmai come un volano per lo sviluppo sostenibile”, spiegando come con i fondi POR si stia già lavorando a diversi progetti: dal monitoraggio delle specie selvatiche ad un piano di marketing unico per tutte le aree protette regionali, elaborato dalla stessa Ferrari, alla ciclovia, alla sentieristica.
La Regione, dal canto suo, ha appoggiato il progetto di candidatura sin dall’inizio, pronta a dichiararsi disposta a rilanciare insieme al Parco la sfida per il riconoscimento UNESCO, “lavorando giorno e notte pur di mostrare l’unicità del Parco e di renderlo protagonista”, come ha dichiarato il Consigliere Regionale Domenico Bevacqua durante la conferenza. Una candidatura che merita un riscontro senz’altro positivo anche secondo il Magnifico Rettore dell’UNICAL, il prof. Gino Mirocle Crisci, visto che “la Sila è un ecosistema unico nel suo genere, come del resto ben sanno gli esperti”, unicità sottolineata anche dal Direttore facente funzione del Parco, il dott. Giuseppe Luzzi, che ha citato il pino nero di Calabria come esempio di endemismo dovuto all’isolamento geografico subito durante le ultime glaciazioni. Un punto di vista condiviso dalla dott.ssa Rossella Guadagno, esperta di forestazione del CURSA (Consorzio Universitario per la Ricerca Socioeconomica e per l’ Ambiente), secondo la quale “la revisione della candidatura verterà anche sull’essere la Sila un serbatoio di diversità genetica per le specie forestali di interesse europeo; basti pensare appunto anche solo al pino laricio”. Del resto – ha tenuto a sottolineare il professor Pietro Brandmayr –“la Sila sovrasta in termini di biodiversità anche quello che in tal senso sarebbe altrimenti il miglior parco d’Europa, il Durmitor, in Montenegro. E lo fa con ben 81 specie endemiche e 13 esclusive contro le sole 37 endemiche e 6 esclusive dell’area protetta balcanica”.
La candidatura ha inoltre nuovamente raccolto il supporto della Comunità del Parco, il cui Presidente, il dott. Nicola Belcastro, ha rimarcato come “la Comunità ha sostenuto e sostiene con forza questa idea di candidare la nostra Sila a bene UNESCO, anche in prospettiva della grande opportunità di crescita per le aree interne che comporterebbe l’esito positivo”.
L’iter di candidatura verrà completato entro il mese di gennaio, dopodiché bisognerà attendere l’esito. Per riuscire nell’impresa serve il supporto di tutti. Enti o istituzioni possono inviare la propria lettera di supporto direttamente alla Commissione Italiana per l’UNESCO o, così come i privati cittadini, possono invece firmare la petizione sul sito internet del Parco Nazionale della Sila.
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