di Redazione FDS
Durante operazioni di archeologia preventiva nell’ambito dei lavori per il completamento e adeguamento del sistema di alimentazione idrica dell’area Flegreo Domitiana è emersa una monumentale tomba a camera presumibilmente di epoca ellenistica, inviolata e in perfetto stato di conservazione. Teatro dell’eccezionale ritrovamento alcuni terreni coltivati del comune di Giugliano (Napoli) il cui territorio, ad alta densità archeologica, già ospita il parco dell’antica Liternum, colonia fondata dai Romani nel 194 a.C. su un precedente insediamento osco e assegnata a veterani della seconda guerra punica appartenenti all’esercito di Scipione l’Africano che qui si rifugiò esule e morì nel 183 a.C. L’identificazione della tomba è avvenuta nel corso di ricognizioni di superficie disposte dalla Soprintendenza per l’Area Metropolitana di Napoli, che hanno portato al riconoscimento di una dispersione di materiale di epoca storica. Grazie a un’intuizione della dott.ssa Simona Formola, funzionario responsabile per il territorio, è stato posizionato un saggio di scavo proprio in corrispondenza di un’area che si è rivelata densa di sepolture, con riti diversi (sia ad inumazione che ad incinerazione), testimonianti il suo lungo utilizzo a scopi funerari, con più livelli di frequentazione, in un arco cronologico di almeno quattro secoli, dall’età repubblicana a quella imperiale romana.
L’indizio principale della presenza di una tomba è stata la cresta di un muro in opus incertum, assai ben costruito, che si è rivelato essere il fronte di una monumentale tomba a camera, con l’ingresso ancora ben sigillato dall’originale lastra di tufo di chiusura, appena intaccata sulla sommità per creare un varco e consentire evidentemente l’accesso in una successiva fase di utilizzo del mausoleo, ben chiusa infine con tegole. Lo spettacolo che si è presentato agli occhi degli archeologi, dopo aver rimosso le tegole di chiusura, è stato quello di un momento cristallizzato nel passato di oltre 2000 anni fa. “L’emozione che suscita il privilegio di una simile scoperta – ha dichiarato il Soprintendente Mariano Nuzzo, primo ad entrare – è indescrivibile. Il lavoro che tiene la Soprintendenza impegnata nelle sue instancabili azioni di tutela e la passione profusa dagli archeologi sul campo, oggi finalmente hanno ricevuto un degno riconoscimento. Un sentito ringraziamento va anche ai Carabinieri del Nucleo Tutela che ci supportano costantemente e con grande energia nel nostro lavoro e che, in questo caso particolare, si dimostrano una risorsa indispensabile per garantire la sicurezza dell’area. Il territorio di Giugliano, dopo anni di oblio, sta finalmente restituendo significative vestigia del suo glorioso passato, da preservare e tutelare, grazie ad uno sforzo comune”.
L’ambiente è apparso con il soffitto e le pareti affrescate, in perfetto stato di conservazione, con scene mitologiche: ittiocentauri che sorreggono un clipeo sulla parete frontale, festoni che girano tutt’intorno la camera, e rappresentazioni figurate tra cui spicca un cane a tre teste, da cui la denominazione convenzionale del mausoleo come Tomba del Cerbero. Tre klìnai dipinte (letti funebri), un’ara con vasi per libagioni, inumati ancora deposti sui letti funebri con ricco corredo, completano il quadro di una scoperta che, in questo territorio, non ha precedenti.
L’area della necropoli si colloca significativamente in un punto nevralgico dell’ager Campanus, nei pressi di assi centuriali noti, ed equidistante dagli antichi assi stradali della via Cumis-Capuam e della via per Liternum. In particolare, da una prima analisi dell’area, sembra che la zona possa gravitare nella sfera culturale e politica proprio della città legata al nome di Scipione. Intanto le indagini e le attività di documentazione proseguono senza sosta per riuscire ad inquadrare nel modo più completo possibile il contesto del ritrovamento.
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