di Redazione FdS
Murge occidentali, a 540 metri sul livello del mare: siamo in territorio di Andria (Bat), a Castel del Monte, il leggendario maniero fatto costruire dall’imperatore Federico II di Svevia nel XIII secolo nei pressi della località di Santa Maria del Monte. Un luogo conosciuto in tutto il mondo soprattutto da quando (1996) è stato inserito nell’elenco dei monumenti considerati dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità. Un monumento che affascina studiosi e appassionati di misteri soprattutto a causa delle molteplici ipotesi formulate intorno alla sua possibile funzione; tematica di recente affrontata anche nel nuovo e documentatissimo studio pubblicato dagli architetti e ricercatori pugliesi Giuseppe Fallacara e Ubaldo Occhinegro che, escludendo usi militari o venatorii, parlano di un “tempio per la cura e riabilitazione del corpo” basato sull’uso delle acque. A rinfocolare l’interesse per Castel del Monte è ora una notizia recentemente divulgata dal portale pugliese VideoAndria.com che riprendiamo in attesa di saperne di più attraverso un contatto diretto con la Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Bari, Barletta – Andria – Trani e Foggia: nel boschetto di pini di Aleppo che circonda il maniero è emerso un misterioso ambiente sotterraneo forse a seguito di un crollo della volta. L’area appare attualmente transennata col classico nastro bicolore, segno che la Soprintendenza è già intervenuta a metterla in sicurezza, ma a far trapelare sul web notizia della voragine – chiaramente di origine artificale come si evince dai blocchi squadrati visibili nella sezione del terreno – è stato il restauratore andriese Giuseppe Marzano che ha accompagnato sul posto l’operatore e il fotografo di VideoAndria.com.
L’area delimitata risulta larga circa 3 metri e lunga più o meno altrettanto, ma è possibile ipotizzare che sia ben più vasta e forse orientata verso la statale o anche, in senso opposto, verso la base del celebre castello federiciano. Il carattere artificiale delle strutture non è tuttavia al momento un dato sufficiente per azzardare una datazione del manufatto. Ad occhio sembrerebbe una struttura molto antica e secondo Marzano, se ciò fosse confermato potrebbe aprire scenari inediti in merito alla possibile destinazione di quello che certamente è uno dei monumenti più misteriosi del mondo. Marzano ipotizza che possa trattarsi dei resti della leggendaria chiesa di “S. Maria del Monte Balneolo“, un’antica abbazia benedettina che sarebbe esistita prima dell’edificazione del castello. Pare che secondo antiche fonti, Federico II di Svevia, in previsione della costruzione del castello, ne abbia fatto trasferire i monaci a Barletta. Sull’argomento viene citato un libro di censi del 1192 nel quale sarebbe scritto che il monastero di S. Maria del Monte in diocesi di Andria, pagava una mezza oncia aurea ogni anno. L’appellativo di “Balneolo” (da balneum, che significa bagno e quindi appare un riferimento alla presenza di acqua) sarebbe da ricondurre alla Tabula Peutingeriana, che descrive il letto del fiume Aveldium presso le Murge e accanto alla sorgente indica un lago (oggi scomparso) nelle vicinanze di Castromonte, presso la via che conduceva a Castel del Monte. Secondo Marzano l’ambiente ipogeico emerso di recente, forse una cisterna, potrebbe quindi afferire proprio alle strutture della citata abbazia di S. Maria del Monte Balneolo, che un’altra leggenda ricollega al culto di una Vergine Nera, rielaborazione cristiana della pagana Madre Terra. Al di là delle suggestioni leggendarie solo un attento studio della struttura ritrovata potrà permetterne una lettura storicamente attendibile.
Infatti già sullo stesso reale destino della menzionata abbazia benedettina le ipotesi sono controverse: alla tesi secondo la quale sarebbe stata demolita per far posto a Castel del Monte, viene opposta quella di chi ritiene che essa non sorgesse esattamente sull’attuale sito del castello, risultando ancora citatata in fonti più tarde e quindi non compatibili con la sua cronologia. C’è quindi chi azzarda l’idea che l’abbazia fosse solo vicina – nell’area oggi a destinazione residenziale – e in parte forse danneggiata dalla costruzione di Castel del Monte. Per ora resta quindi solo il fascino delle leggende inevitabilmente rinverdite da questo ritrovamento, soprattutto se si pone mente a quella, molto diffusa a livello popolare, di camminamenti che dalla Murgia porterebbero fino in città o, addirittura, secondo una sua variante, fino a Barletta. Il responso definitivo resta solo agli archeologi e agli storici magari sulla base di una apposita campagna di scavi che permetta di comprendere cos’altro si cela oltre quella linea d’ombra che separa il bosco di Castel del Monte dalla verità.