di Valerio Giancaspro*
Da ragazzo ero un grande imprecatore. Imprecavo e la cosa mi faceva sentire meglio. I momenti di imprecazione più comuni erano quando mi facevo male (per esempio urtavo il ginocchio sotto il tavolo), o quando avevo alterchi con altre persone (per esempio il mio vicino criticava il mio modo di parcheggiare) o quando giocando a pallone mancavo la rete. Mi veniva spontaneo per così dire. Ora nella terza età ho dovuto rallentare, anche perchè imprecare in un’altra lingua o in un dialetto non proprio non è esattamente la stessa cosa.
Qualche puntualizzazione linguistica. Per quelli che non sono pratici riporto la definizione di Wikipedia secondo cui la bestemmia è “un’ingiuria o un epiteto offensivo riferito ad una divinità e che appartiene alla sfera del turpiloquio”. L’imprecazione invece, secondo l’enciclopedia Treccani è “un’espressione di odio o di ira nella quale si formula il desiderio che sia arrecato danno ad altri o a sé stessi; anche le parole con cui si impreca: mandare, scagliare un’imprecazione a qualcuno; proferire imprecazioni”. Per semplicità annovero tra le imprecazioni le formule in cui si menzionano i parenti ed i defunti, di solito della controparte. Queste erano le mie preferite.
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Numerosi studi portati avanti da eminenti rappresentanti delle istituzioni universitarie baresi hanno analizzato il fenomeno dell’imprecare in dialetto barese, ed hanno concluso che le imprecazioni si dividono in S (small), M (medium), L (large) ed XL (extralarge). Un esempio di imprecazione S sarebbe: “la fess d sort”. Questa espressione è usata dal barese medio almeno 4 volte al giorno e non è considerata particolarmente offensiva. Al contrario se pronunciata con un sorriso ed allargando le braccia è un gesto di amicizia e di apertura verso l’altro. Questo a dimostrare che il body language può ribaltare il significato dell’imprecazione e persino della bestemmia a volte. Un esempio di imprecazione M (medium) puo’ essere l’espressione: “u piccion de sort”. Pronunciata con un tono più basso delle ultime consonanti “rt” è leggermente più offensiva della precedente ma rientra sempre in un ambito di convivialità ed amicizia leggermente turbata da un evento imprevisto. Per esempio se un amico fa involontariamente cadere a terra il tuo telefonino senza romperlo la risposta più adeguata sarebbe appunto “u piccion d sort”. Se invece lo rompe si usa l’imprecazione L, che è decisamente più offensiva. Un esempio di imprecazione L è “l muert ka tin” o se siete a Bari vecchia “l muert teu” dove il teu va pronunciato come il dittongo francese o comunque a labbra socchiuse.
L’imprecazione XL è l’ultimo stadio prima della violenza fisica e quindi va usata con molta parsimonia valutando bene le capacità di combattimento dell’avversario rispetto alle proprie. Un esempio e’ “l murt d kittemmurt” o “l murt d kittastramurt” dove si prendono in considerazione gli avi della controparte. Ve ne sono esempi più articolati che arrivano a menzionare la seconda e perfino la terza generazione di avi.
Da sempre le persone che imprecano molto sono considerate persone dotate di scarsa istruzione e di un poco lessico. Io ho sempre pensato che non fosse vero ed ora finalmente ho la Scienza dalla mia parte. Ho recentemente letto un articolo dell’autorevole quotidiano inglese Telegraph in cui si approfondisce l’argomento. Sembrerebbe che i ricercatori dell’Universita’ di Keele in Gran Bretagna abbiano esplorato la eventuale correlazione tra tendenza all’imprecazione e malattia mentale per svariati anni. Gli scienziati hanno invece scoperto che l’imprecazione rappresenta un uso creativo ed emozionale della lingua che aiuta a gestire lo stress, agisce come calmante del dolore (soprattutto in caso di dolore fisico al ginocchio) e conferisce sicurezza in se stessi. Lo studio e’ stato presentato alla conferenza annuale della British Psychological Society tenutasi a Birmingham. Il Dott. Richard Stephens, che ha lavorato all’importante progetto, ha dichiarato: “le imprecazioni sono esistite per secoli ed è un fenomeno linguistico universale! Sono generate dai centri emozionali del cervello, localizzati nella parte destra, laddove il linguaggio normale è generato dalla parte sinistra del cervello…I video games per esempio generano aggressività, il linguaggio diventa emozionale e si impreca. Questo spiega il perchè imprecare è accettabile e fa bene”.
Un esperimento dello studio consisteva nel prendere un gruppo di persone e fargli reggere un bicchiere pieno di ghiaccio in mano. Il gruppo che poteva imprecare è stato capace di mantenere il bicchiere in mano decisamente più a lungo rispetto al gruppo che non poteva imprecare (credo fossero delle suore). Inoltre le persone che imprecano, in quanto più sicure di sè, sono più sexy.
Io ovviamente concordo.