di Redazione FdS
Era il 1887 quando il botanico inglese Henry Groves girovagando per le contrade rurali di Gallipoli (Lecce) aveva rilevato la presenza dell’orchidea Ophrys speculum (Ofride specchio) e ne aveva pubblicato la scoperta nel volume “Flora della costa meridionale della Terra d’Otranto”. Da quella segnalazione in poi della piccola orchidea selvatica si era persa traccia, almeno fino all’avvistamento fatto pochi giorni fa da Salvatore De Giorgi, un cittadino di Vernole (Lecce) accostatosi da poco all’affascinante mondo delle orchidee spontanee, che casualmente l’ha intravista lungo una banchina stradale del suo paese ed ha immediatamente informato la sezione salentina del Gruppo Italiano di Ricerca sulle Orchidee Spontanee (Giros).
Dopo centotrenta anni la pianta è dunque tornata a fiorire nel Salento riaccendendo l’attenzione su queste preziose creature vegetali di cui, grazie alla sua ricca biodiversità, la natura del Sud Italia abbonda. Basti pensare alle oltre ottanta specie che ogni anno tornano a fiorire nei prati del Gargano. Sono fiori di una bellezza discreta, lontani dalla vistosità di forme e colori delle orchidee tropicali, ma ugualmente simboli di una natura dagli equilibri delicatissimi e sempre più minacciati.
Il ritrovamento dell’Ophrys speculum a Vernole – ha puntualizzato il Giros – ha riguardato un solo esemplare ed ha offerto l’occasione per la prima documentazione fotografica mai realizzata in Salento. La speranza è che la pianta riesca a propagarsi nell’area, anche se non è escluso che nei dintorni siano già presenti altri esemplari. A tal proposito, a chiunque capitasse di imbattersi in una di queste piante, si consiglia naturalmente di non raccoglierla in modo da garantirne la sopravvivenza e la moltiplicazione. Infatti – come ha ulteriormente spiegato il Giros – l’utilizzo selvaggio dei diserbanti in ambito agricolo, ha costretto molte specie vegetali, soprattutto quelle più rare, a trovare rifugio in piccole aree di ‘frontiera’ come aiuole spartitraffico, piccoli incolti, rotatorie, banchine; micro-habitat che hanno finito col diventare di vitale importanza per tali specie al punto da meritare di essere preservate, diserbandole e decespugliandole solo nel pieno periodo estivo quando la vegetazione annuale è ormai secca.
Nel caso dell’Orphys speculum, la fioritura avviene da marzo ad aprile, mentre la riproduzione avviene solitamente per impollinazione entomofila, ossia affidata a un insetto che nel caso di specie è l’imenottero Dasyscolia ciliata, i cui maschi sono attratti sia dal mimetismo sessuale di una parte del fiore, che con la sua pelosità ricorda loro l’addome della femmina, sia dalla produzione di sostanze volatili simili ai feromoni delle femmine; là dove invece questo insetto è assente, la pianta può riprodursi per moltiplicazione vegetativa, meccanismo che, senza coinvolgimento degli organi sessuali, favorisce la formazione di piantine uguali alla pianta madre.
Sebbene non sia molto comune, questa orchidea è presente in ampia parte dell’area mediterranea, distribuendosi fra Spagna, Italia, Nord Africa, Libano, varie isole dell’Egeo e Anatolia, per quanto non manchino esemplari anche in zone più decentrate come Portogallo e Francia. Nel nostro Paese è particolarmente presente in Sicilia e Sardegna, mentre è molto più rara nelle altre regioni, fra cui appunto la Puglia.
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