E’ gigantesco. Misura 2 m. e 83 cm di base per 4 m e 19 cm. di altezza ed è databile al 1666 l’immenso capolavoro del pittore napoletano Luca Giordano (Napoli 1634-1705) oggi conservato al Kunsthistorisches Museum di Vienna. Parliamo dell’opera San Michele sconfigge gli angeli ribelli nella quale l’artista poco più che trentenne – molto probabilmente durante il suo soggiorno veneziano – delinea una scena di estremo dinamismo incentrata intorno a un gruppo di demoni precipitati nell’abisso dall’Arcangelo Michele armato di spada. Un’estrema tensione nella torsione dei corpi dalla luce livida, nelle bocche urlanti degli angeli caduti, fa vibrare la scena nel registro inferiore del dipinto immerso in tratti chiaroscurali influenzati chiaramente dal più anziano collega Jusepe de Ribera, mentre il registro superiore al cui centro si staglia l’Arcangelo circondato da cherubini risente di evidenti influssi della pittura veneziana.
Il San Michele di Luca Giordano riecheggia quello dell’iconografia classica, alato, munito di spada, con abito celeste e mantello rosso, intento a scacciare i demoni venuti dagli Inferi sulla terra. Non è la prima volta che il pittore tratta il soggetto: qualche anno prima (1663) dipinge infatti l’esemplare oggi conservato alla Gemäldegalerie di Berlino e che rispetto a quest’opera di Vienna vede ritratto l’arcangelo con in mano una lancia anziché una spada e col capo scoperto anzichè munito di elmo come in questo caso.
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