di Redazione FdS
L’arte, anche nelle sue forme meno auliche, è notoriamente anticipatrice o testimone dei tempi, scava oltre la superficie del reale cogliendone l’essenza o, più semplicemente rivolge lo sguardo là dove quello dell’uomo comune, per qualche ragione, non riesce ad arrivare, e lo fa spesso restituendoci – con grazia poetica o spietata crudezza – lacerti di vita che sfuggono alla nostra attenzione sempre più anestetizzata dai rumori di fondo di un’esistenza frenetica. In questo periodo di emergenza internazionale legato alla pandemia da coronavirus, numerosi artisti – del mondo della musica così come delle arti visive – hanno scelto di rendersi interpreti di questo dramma orientando la loro creatività verso taluno dei suoi aspetti: dalle angustie (o le riscoperte delizie) della vita domestica, alla solitudine degli ultimi, alla desolazione delle città vuote, all’eroismo di chi agisce in prima linea, alla speranza di un nuovo inizio. Ebbene, una delle prove più delicate e poetiche in cui ci siamo imbattuti, è COVID19, raffinato e coinvolgente lavoro dell’artista abruzzese 36enne Erica Abelardo ottenuto con la tecnica della sand art, consistente nel creare a tempo di musica una serie di linee e figure che sembrano fluttuare mentre l’autore le modella con le mani nella sottilissima sabbia sparsa su una light table (superficie luminosa non dissimile da quella usata dai fotografi per osservare i negativi) fino ad ottenere straordinari effetti di chiaroscuro; il tutto mentre una telecamera posta sopra il piano di lavoro riprende le immagini e le registra o, nel caso di una performance live, le trasmette su un maxischermo. In COVID19 Erica sintetizza, in immagini di poetica ed elegante semplicità, l’evolversi dell’evento pandemico, dalle sue origini in Cina all’agognato ritorno alla normalità suggellato dall’epigramma finale “Ci riabbracceremo più forte di prima”. Ogni immagine dura pochi attimi, tutto si crea e si distrugge mutandosi in altre forme soggette a loro volta ad una fuida e continua metamorfosi dettata dalle mani di Erica che sembrano danzare nei rapidi e magici gesti che danno vita al racconto; una narrazione fatto di figure e scenari che appaiono e svaniscono ma continuano a riecheggiare, persistenti, nella memoria e nell’emozione dello spettatore.
L’ARTISTA
Nata a Chieti, Erica Abelardo ha alle spalle studi di grafica pubblicitaria e fotografia presso l’Istituto D’arte Bellisario di Pescara e di Moda e Design presso la Facoltà universitaria Carlo Bo di Urbino. Oggi lavora come visual designer nel mondo della moda occupandosi di comunicazione visiva, ambito nel quale fa uso di molteplici tecniche, da quella più tradizionale del disegno a matita fino al digital painting e alla fotografia. Partecipa a numerose mostre e collettivi d’arte e opera da anni anche nel settore delle arti circensi grazie alla sua abilità nella giocoleria infuocata che la vede protagonista di numerosi spettacoli dal vivo. Al 2011 risale il suo approdo alla sand art di cui ama il rapporto fortemente materico col mezzo espressivo utilizzato; una passione che, unitamente a un grande talento, le hanno permesso di attestarsi tra i pochi artisti al mondo in grado di esprimersi ad alti livelli con questa forma d’arte suggestiva ed elegante. Teatri e piazze, in Italia e all’estero, l’hanno vista esibirsi con grande successo, richiamando l’attenzione di prestigiosi brand e associazioni umanitarie internazionali con cui intrattiene importanti rapporti di collaborazione [questo il suo sito web: www.abelardoerica.it].
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