Sciopero della fame ad oltranza: la protesta dei sindaci salentini del Capo di Leuca contro le trivellazioni petrolifere

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Puglia - Veduta di Santa Maria di Leuca, frazione di Castrignano del Capo (Lecce) - Ph. Mentnafunangann | CCBY-SA4.0

Puglia – Veduta di Santa Maria di Leuca, frazione di Castrignano del Capo (Lecce) – Ph. Mentnafunangann | CCBY-SA4.0

di Redazione FdS

Dopo lo sciopero della fame, avviato nei giorni scorsi dal sindaco lucano di Policoro (Matera), è ora la volta della Puglia e precisamente di Castrignano del Capo (Lecce), il comune più a sud della regione, dove un gruppo di sindaci salentini del Capo di Leuca ha avviato una dura protesta contro l’ipotesi di impiantare trivelle petrolifere al Largo di Leuca. Parola d’ordine: sciopero della fame ad oltranza.

L’iniziativa è stata lanciata sul piazzale della Basilica del Santuario: alla protesta per la difesa di una delle zone più belle di tutta la Puglia stanno aderendo Anna Maria Rosafio sindaco di Castrignano del Capo,  il sindaco di Salve, Vincenzo Passaseo; quello di Morciano di Leuca, Luca Durante  e di Patù, Francesco De Nuccio. I primi cittadini hanno dato il via alla clamorosa forma di protesta con l’obiettivo appunto di salvaguardare le coste del Capo di Leuca dalle trivellazioni petrolifere. I sindaci hanno trovato il sostegno anche del presidente della provincia Antonio Maria Gabellone. Da qui è partita, in parallelo all’iniziativa dei sindaci, anche la campagna di sensibilizzazione “Laudato si, trivelle no” a cura di Italia Nostra, campagna che domenica prossima si trasformerà anch’essa in una manifestazione di protesta.

Il 15 luglio prossimo, a partire dalle ore 9.00, a Policoro (Matera), in Basilicata, la Puglia aderisce alla grande manifestazione interregionale (presenti anche rappresentanti e cittadini di Basilicata e Calabria) per dire No alle trivellazioni nel Mar Jonio, mare che unisce le tre regioni.

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