Noto da tempo, lo Scoiattolo meridionale è stato identificato come appartenente a una specie distinta da quella europea. Alterazioni del suo habitat lo espongono ora a rischio di estinzione
di Redazione FdS
Il Sud Italia non smette di sorprendere confermandosi terra di endemismi e di ricca biodiversità, grazie ad una recente scoperta scientifica. Denominato in origine Sciurus vulgaris meridionalis e ritenuto a lungo una sottospecie del comune scoiattolo europeo detto ‘scoiattolo rosso’ (Sciurus vulgaris), si è rivelato essere in realtà una specie del tutto autonoma di mammifero con habitat circoscritto in Calabria e Basilicata. Si tratta dello scoiattolo meridionale (Sciurus meridionalis), detto anche scoiattolo nero calabrese, oggetto di un approfondito studio pubblicato sulla rivista Hystrix the Italian Journal of Mammalogy, quarta al mondo per importanza tra tutte le riviste che si occupano di zoologia. La ricerca, che ha riguardato aspetti genetici, morfologici ed ecologici, è stata coordinata da Adriano Martinoli (Università degli Studi dell’Insubria, Varese) e condotta da un team di esperti italiani provenienti da Università di Milano Bicocca, Università di Firenze, Museo La Specola, Università della Calabria, Museo di Storia Naturale della Calabria ed Orto Botanico, Cnr, Istituto per lo Studio degli Ecosistemi e dalla Società Italiana per la Storia della Fauna “G. Altobello”. Gli scienziati sono riusciti a dimostrare come le popolazioni di scoiattolo presenti in via esclusiva nelle due menzionate regioni del Sud Italia e già note da almeno un secolo per talune loro peculiarità, appartengono senza dubbio a una nuova specie di scoiattolo. Le differenze con quello europeo sono già immediatamente visibili nell’aspetto esteriore essendo lo scoiattolo meridionale più grosso e pesante oltre che dotato di una livrea nera con ampia pezzatura bianca su ventre e sottogola.
Diffuso nei boschi di conifere e latifoglie dei parchi nazionali del Pollino e della Sila e in analoghi ambienti della Catena Costiera, delle Serre, del Crotonese e del Parco Nazionale dell’Aspromonte, lo scoiattolo meridionale (zaccaredda, zaccareddra, zaccanedda o zaccarella, nelle varianti dialettali calabresi) vive distante dalle popolazioni di scoiattolo rosso, caratteristica che da tempo aveva fatto nascere il sospetto della sua unicità. Si ipotizza che una qualche forma di isolamento, risalente all’epoca delle glaciazioni, possa essere all’origine della sua differenziazione.
Se la sua identificazione quale specie distinta va senza dubbio ad arricchire il primato dell’Italia quale Paese europeo con la maggior biodiversità (sono più di 58.000 le specie animali note, tra cui circa 1300 di vertebrati, il 5% dei quali esclusivi dell’Italia, così come circa il 10% degli invertebrati)e a rimarcare la rilevanza della Calabria quale terra di endemismi, la sopravvivenza dello scoiattolo meridionale è oggi minacciata oltre che dal restringimento delle aree boschive causato dall’uomo, anche dalla introduzione artificiale di invasive specie alloctone come lo scoiattolo grigio (Sciurus carolinensis) di provenienza nord americana e lo scoiattolo variabile (Callosciurus finlaysonii) proveniente dal sud est asiatico. Nella photo gallery a fondo pagina alcuni esemplari di scoiattolo meridionale fotografati nell’area del parco del Pollino e in quello della Sila (Centro Visite Cupone).
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