di Alessandro Novoli
Il Castel Sant’Angelo di Taranto, noto come Castello Aragonese è, insieme al Museo Archeologico Nazionale, il principale attrattore turistico della città pugliese, almeno dopo che la Marina Militare, custode della fortezza fin dal 1883, ne ha avviato (dal 2003) il restauro sistematico dell’interno allo scopo di riportarla all’assetto Aragonese (1487-1492) e di identificare le precedenti strutture greche, bizantine, normanno-sveve e angioine. Si tratta di un restauro effettuato dal personale della Marina Militare, in collaborazione con l’Università di Bari e sotto la supervisione della Soprintendenza ai beni Architettonici, e consiste sostanzialmente nella rimozione delle sovrastrutture in intonaco e cemento per liberare le superfici originarie di mura e pavimenti, oltre a riaprire corridoi, locali e passaggi, per ristabilire la configurazione dei vari elementi difensivi. Durante questi lavori, la rimozione di grandi quantità di terra ha permesso di giungere alla scoperta di una straordinaria stratigrafia da cui sono emersi reperti di epoche che abbracciano quasi tremila anni di storia. E’ di appena ieri la notizia, divulgata dal Soprintendente per i beni archeologici Luigi La Rocca nel corso del 56° Convegno di studi sulla Magna Grecia, del ritrovamento di un triglifo del Tempio dorico di Poseidone (VI sec. a.C.), uno dei più antichi della Magna Grecia, del quale a poca distanza dal Castello si conservano in situ due imponenti colonne e altri elementi. Si tratta di un pezzo del fregio tipico dell’ordine dorico nell’architettura greca che si alternava con le metope (lastre di marmo o terracotta decorate a bassorilievo).
L’eccezionale ritrovamento è avvenuto nel castello a otto metri di profondità, nel corso dei lavori presso il torrione di San Cristoforo dove, dal 2011, è in corso una campagna di scavi monitorata dalla Soprintendenza ai Beni archeologici e dall’ammiraglio in pensione Francesco Ricci, curatore del Castello. Il ritrovamento fa seguito a quello di un insediamento rupestre medievale a scopo religioso, poi abbandonato tra il XII e il XIII secolo, e dei coevi canali di drenaggio delle acque estesi nel sottosuolo della città vecchia, la copertura dei quali fu realizzata proprio con enormi blocchi di tufo risalenti al periodo magnogreco. Il ritrovamento del triglifo, avvenuto nella parte alta di uno dei canali – ha sottolineato La Rocca – incoraggia la scelta di andare avanti con le ricerche per scoprire tutti gli aspetti della storia di Taranto, la cui stratificazione è senza dubbio ben conservata sotto il Castello Aragonese e mostra come nel 1300 esistessero ancora strutture architettoniche dell’antichità.
Il triglifo riutilizzato in strutture medievali è una testimonianza del progressivo smantellamento dei monumenti più antichi operato mediante un’asportazione di materiale litico iniziata già in epoca tardo antica e proseguita nel Medioevo, un’azione che nel caso del tempio di Poseidone, come scrive Dieter Mertens nel suo Città e monumenti dei Greci d’Occidente, fu talmente radicale da rendere particolarmente complicati gli sforzi volti ad ottenere un quadro chiaro delle proprietà della pianta dell’edificio. Ad ogni modo – ha dichiarato il Soprintendente La Rocca – il triglifo ritrovato costituisce un importantissimo elemento che, previo adeguato studio, “consentirà, sia pure in modo virtuale, di ricostruire il tempio dorico così come era ai tempi della Magna Grecia”.
Intanto il Castello Aragonese, insieme agli ipogei della città vecchia, continua a rivelarsi un vero scrigno della storia di Taranto, sempre più al centro dell’interesse turistico-culturale, come conferma un’annata che sta per concludersi con il superamento della cifra record di oltre centomila visitatori, fra i quali numerosissimi stranieri. Al suo interno è possibile compiere un vero e proprio viaggio attraverso le epoche in quanto, come accennato, le precedenti strutture greche, bizantine, normanno-sveve e angioine sono ben leggibili e visibili durante la visita guidata.
Il Castello Aragonese di Taranto è aperto a visite guidate gratuite tutti i giorni dell’anno, festivi inclusi (cliccare QUI per conoscere gli orari).