di Redazione FdS
Nell’ambito dei lavori di completamento del Parco Archeologico di Medma-Rosarno, che si estende per ben 13 ettari su un’altura denominata Pian delle Vigne, la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia stanno conducendo da più di un mese una campagna di scavi in località Calderazzo all’interno del Parco archeologico. Durante i lavori è stata localizzata l’area di persistenza di un edificio sacro del VI sec. a.C., struttura di cui si sta cercando ora di definire le dimensioni. Si tratta di una importante scoperta scientifica, che sicuramente consentità una lettura più approfondita dei luoghi e ad una maggiore conoscenza della storia della antica città di Medma.
Gli scavi, coordinati e scientificamente diretti dall’archeologo Fabrizio Sudano, con la collaborazione dell’arch. Dario Dattilo e l’arch. Roberta Filocamo, sono in corso di svolgimento in una zona che era già stata interessata negli anni 1912-14 dai primi scavi archeologici effettuati dal celebre archeologo Paolo Orsi, il quale vi aveva individuato una grande favissa contenente offerte votive a divinità probabilmente corrispondenti alla coppia Demetra-Persefone. Negli anni successivi altre indagini archeologiche vi sono state condotte da Salvatore Settis, Maurizio Paoletti e Maria Teresa Iannelli. In particolare, durante la campagna di scavi del 2014, erano stati portati alla luce degli altari a terra, usati a scopo rituale, oltre ad innumerevoli frammenti architettonici e decorazioni fittili ricollegabili ad un edificio sacro.
A fornire una idea di come dovesse essere il tempio a Calderazzo è il modellino fittile del tempio, ritrovato nella suddetta favissa da Paolo Orsi: un edificio rettangolare, in mattoni e copertura a tegole, con un unico ambiente ospitante la statua della divinità e decorato con palmette, probabilmente con una grande protome in terracotta sull’acroterio.
Per condividere col pubblico in tempo reale i risultati della campagna di scavi è stata lanciata l’iniziativa “Cantiere aperto”, voluta dalla Soprintendenza per i beni archeologici, architettonici ed artistici per la città metropolitana di Reggio Calabria e provincia di Vibo Valentia, che si svolgerà il 13 giugno, dalle 17 alle 18,30 e consentirà a chiunque di visitare l’area di scavo, con gli operai e gli archeologi al lavoro, e personale della Soprintendenza che fornirà spiegazioni e chiarimenti per una maggiore comprensione delle strutture affioranti dal terreno. Saranno inoltre spiegate le moderne tecniche di indagine e documentazione dello scavo archeologico, con una prima esposizione dei materiali finora rinvenuti. Tale iniziativa si inserisce nel contesto di una serie di attività di promozione e valorizzazione del territorio rosarnese e del suo patrimonio archeologico promosse dalla SaBAP attraverso il Museo di Rosarno. Alla conclusione del cantiere, prevista per il mese di luglio, sarà tenuta una conferenza per illustrare i dati acquisiti nell’attesa che il Parco possa essere finalmente fruito dal pubblico grazie all’impegno della Città Metropolitana di Reggio Calabria, presso la quale si stanno ultimando le procedure per l’affidamento in convenzione della gestione del Parco Archeologico.
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