Provengono da Larsa, città dell’antica Mesopotamia, tre tavolette d’argilla con le ricette di stufati e zuppe risalenti a 3800 anni fa
di Kasia Burney Gargiulo
Dall’antica Mesopotamia, straordinaria culla di civiltà, proviene il più antico libro di cucina mai scoperto finora. Venticinque piatti menzionati su tre tavolette d’argilla risalenti al 1800 a.C. ci parlano della cucina riservata alla tavola di un re. Il testo, in lingua accadica, parla di vari tipi di stufati e zuppe sia a base di carne che vegetariani e contiene in particolare alcune indicazioni per la preparazione del piccione-amursanu (“Taglia l’amursanu in due parti ed aggiungi altra carne, prepara l’acqua, aggiungi grasso e sale; pangrattato, aglio, cipolla, porri e samidu (le erbe vanno prima immerse nel latte). Quando è cotto è pronto per essere servito”.
La scoperta è avvenuta nell’odierno Iraq meridionale, a Larsa (l’attuale Tell as-Senkereh, probabilmente identificabile con l’antica città biblica di Ellasar, citata in Genesi 14,1), importante città dell’antica Mesopotamia. Sebbene apparentemente semplici, c’è da supporre che le istruzioni per la realizzazione di tali ricette fosse affidata a cuochi che lavoravano per i ranghi più alti della società del tempo.
Per i diversi piatti non sono indicati dosi degli ingredienti e tempi di cottura, forse riportati su altre tavolette non ancora rinvenute o andate perdute. Ad eccezione dell’amursanu, probabilmente un tipo di piccione, e del samidu, una spezia oggi sconosciuta, gli ingredienti sono certamente riconoscibili. Il piatto, difatti, sarebbe impossibile da replicare, dice Benjamin Foster, curatore della Collezione Babilonese di Yale: “La gente spesso pensa che siccome è in grado di cucinare alimenti arabi o persiani, può anche preparare cose come queste, ma non sa quanto la cucina regionale sia cambiata a partire dalle conquiste musulmane. Se si cucinano questi piatti utilizzando ingredienti moderni del Vicino Oriente, finiscono con l’essere di pura fantasia, per quanto spesso deliziosi”.
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