di Roberto Sottile*
Il carattere sociale e di “denuncia” delle opere di Salvo Rivolo, identificano la sua ricerca e la sua poetica costruita attraverso una forte attenzione alla sperimentazione di tecniche diverse che riescono a convivere, e di un codice visivo-espressivo di lettura immediata capace di destare interesse. Identificare però l’artista come pittore, grafico, illustratore, limita la capacità di un percorso che può essere considerato, seppur nella tradizione di alcune tecniche, molto proiettato verso una pittura espressiva, essenziale nel segno, ma complessa sotto il profilo della convivenza dei linguaggi e delle materie dell’opera d’arte. La Settimana Stanza ci propone un percorso su più livelli di interazione tra le opere di Salvo che per essere comprese necessitano di uno sguardo contemporaneo e libero da preconcetti e schemi mentali. Sono opere che guardano ad un presente fatto di suggestioni, di riflessioni e di incontro. Pur mantenendo il carattere sociale sono poetiche, hanno cioè la capacità del “sogno” di accompagnare lo sguardo oltre il reale. Accanto a questa poetica dei sensi Salvo Rivolo costruisce la scena con una forte impronta incisiva e realistica dove il disegno, la grafite, la pittura la superficie della scena, tutto ciò che e riverso sull’opera, concorre a interpretare un ruolo, una scena scritta dal segno dell’artista. La “scrittura”, il timbro dell’immagine è riconoscibile e dialoga con le materie riuscendo sempre a trovare il punto di confine, il momento in cui fermarsi e non eccedere. È una ricerca fatta di attese, di risposte, ma anche di improvvise proiezioni in avanti, di sconfinamenti di regole che conferiscono alla produzione di Salvo un gusto sincronico con il tempo presente senza dimenticare il valore della poesia intesa come “pathos” del registro narrativo della scena raffigurata. Basti osservare l’opera Sentimento Intenso per cogliere una percezione poetica che tiene in tensione l’immagine grazie alla rappresentazione dell’intensità del sentimento sotto forma di lingue di fuoco, con un richiamo al sacro evidente, che non disturba la lettura dell’opera ma che al contrario ne esalta la capacità di diventare attuale. Dello stesso registro scenico fa parte l’opera Bagliore improvviso, il fuoco questa volte perde la sua caratterizzazione sentimentale, ma continua ad essere protagonista nella scena di Salvo. Una scena che si presenta spezzata in due grazie all’utilizzo di una tavolozza cromatica di forti contrasti tonali, dove ancora una volta la percezione poetica emerge con tutta la sua forza. Un cielo e un riverbero definito da colori intensi e una terra calpestata da una umanità che cerca calore, riparo, in una realtà in attesa, che sta per abbandonare il buio di colori opachi che avvolgono tutto. L’ultima opera della settima stanza abitata da Salvo Rivolo Perché questa è l’ora, rappresenta il trionfo della sua ricerca, della sua narrazione che resta pittorica raccontata come se la superficie fosse infinita. Le scene statiche vengono animate, lo spazio dell’opera d’arte appaare sospeso nel mezzo tra un sogno e la percezione dell’armonia che scaturisce dal gioco e dalla spensieratezza dei fanciulli avvolti dal colore che diventa morbido supporto dove emergono e trovano solido appiglio i protagonisti.
Le parole della Settima Stanza
Colore. Percezione. Superficie. Narrazione. Segno. Disegno. Denuncia. Poesia. Il file rouge della poetica e della ricerca di Salvo Rivolo risiede nella sua continua capacità e attitudine alla ricerca del risultato, alla sperimentazione della materia, al continuo lavoro. Una poetica “concreta” che guarda alla denuncia ma anche al godimento di percezioni narrative cariche di sentimenti, di sguardi lontani che si perdono nelle profondità del colore.
Il colore della Settima Stanza
Alla settima stanza, quella di Salvo Rivolo, non determino un colore. Perché la sua ricerca è essenza stessa del colore. Una scelta ovvia indurrebbe a scrivere “rosa”, ma il realtà questo colore, è utilizzato dall’artista non solo come supporto ma come “collegamento” visivo e percettivo ad uso delle storie e dei personaggi che popolano le scene.
La parola non utilizzata nella Settima Stanza
Leggerezza. Potrebbe sembrare una parola facile da utilizzare per definire il racconto e le scene di Salvo Rivolo. In realtà, la sua pittura, la sua ricerca la poetica costruita si colloca all’opposizione della leggerezza. Le storie di Salvo appartengono ad una semplicità contemporanea di stile, che nulla hanno a che vedere con la leggerezza. Anche il colore, il rosa nel tono utilizzato, idealmente appare “leggero”, ma è il giusto medium per permettere all’arista di raccontare tutto ciò che vuole, senza censure, ne fraintendimenti.
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*Critico d’arte e curatore