di Redazione FdS
Dura presa di posizione da parte di Italia Nostra – l’Associazione per la Tutela del Patrimonio Storico Artistico e Naturale della Nazione – in merito al progetto di costruzione di un nuovo porto turistico ad Otranto (Lecce), da sempre una delle perle del litorale salentino, meta di turismo internazionale. Italia Nostra, nella persona del suo presidente Marco Parini, è intervenuta ad esprimere il proprio punto di vista in merito ad una vicenda e ad una polemica che si stanno trascinando dal 2007, ossia fin da quando la Società Italiana per Condotte d’Acqua ha richiesto una concessione demaniale marittima “per costruire e gestire un porto turistico ad Otranto”, obiettivo che da tempo l’Amministrazione idruntina va coltivando come un sogno da realizzare. In questi anni il progetto è stato palleggiato fra le istituzioni provocando gli strali del sindaco di Otranto, Luciano Cariddi, che della costruzione del porto turistico ha fatto uno dei suoi cavalli di battaglia. A fine marzo 2014 poi, il Servizio Ecologia della Regione ha fatto sapere di aver ricevuto parere negativo al progetto da parte della Direzione Regionale del Ministero per i Beni Culturali e Paesaggistici della Puglia, perché il progetto intaccherebbe il paesaggio.
In particolare nel parere della Soprintendenza al Paesaggio si legge che “la realizzazione del previsto nuovo Porto Turistico, lungi dal valorizzare il contesto paesaggistico interessato…comporterebbe la radicale trasformazione fisica, percettiva e visiva delle aree interferite dalle opere, con il conseguente annullamento dell’identità stessa dei luoghi. Con le previste opere a terra e a mare, di fatto, si sostituirebbe l’esistente ambiente naturale di notevole e pregevole valore paesaggistico…costituito dalla continuità e compenetrazione tra mare, scogliera e immediato retroterra costiero con un sistema antropizzato di rilevante impatto costruttivo e visivo del tutto estraneo ai luoghi, al modo consolidato di viverli, percepirli e fruirli liberamente da parte di utenti diversificati ( comunità locale, turisti, pescatori, amanti del trekking, ecc.)”.
Dopo queste comunicazioni il sindaco ha indetto una conferenza stampa contestando la ragionevolezza di quanto deciso dagli organismi di controllo e invocando l’intervento di politici locali e nazionali, della Regione e della Provincia, affinchè sostengano un progetto dal quale, a suo dire, dipenderebbe lo sviluppo di Otranto e del Salento. All’appello hanno risposto il sottosegretario Teresa Bellanova e il parlamentare Pd, Salvatore Capone, dichiarandosi disponibili ad un incontro per discutere della questione.
Nello schieramento dissenziente va annoverata anche Italia Nostra che è appunto intervenuta di recente sulla questione spiegando le ragioni della propria contrarietà in una nota stampa a firma del presidente Parini. Ecco cosa vi si legge:
“Non si possono concepire nuove opere e calarle dal cielo “violando” luoghi sacri alla nostra storia millenaria. La peculiarità del nostro Paese, le sue bellezze, il suo patrimonio artistico, architettonico e paesaggistico, la sua straordinaria valenza culturale sono la grande ricchezza che rendono l’Italia unica nel suo genere. Ecco perché tante nuove opere non possono essere accettate, perché esse stravolgono in modo irreversibile il luogo dove vengono concepite.
Accade questo anche per il progetto del nuovo porto turistico di Otranto, un intervento inaccettabile nel cuore della storica Otranto. La nuova opera, se realizzata, cancellerebbe l’immagine millenaria del porticciolo davanti al sistema fortificato, uno dei monumenti più insigni del Salento, distruggerebbe l’ecosistema a mare e a terra per far posto a nuovi insediamenti edilizi che nulla hanno a che fare con quel luogo ricco di fascino e storia.
Italia Nostra, che da subito ha espresso il proprio parere contrario a “questo intervento” in “questo luogo”, esprime il pieno sostegno al Ministero per i Beni Culturali e alla Sovrintendenza in particolare che ha subito e continua a ricevere ingiusti attacchi per aver svolto il proprio dovere, secondo una pericolosa quanto grave linea di attacco alle soprintendenze che negli ultimi tempi punta a screditare un potere dello Stato per il solo motivo di esercitare il proprio compito di tutela del nostro patrimonio e non piegarsi ai voleri di gruppi di potere economici e politici.
Italia Nostra ricorrerà contro i provvedimenti autorizzativi che metteranno a rischio l’interezza di questo luogo, sia a mare che a terra, che violano un’area sottoposta a vincolo paesaggistico sin dal 1975, a tutela archeologica e monumentale, contro un’opera progettata in contrasto con tutte le misure vigenti di pianificazione urbanistica e di tutela ambientale, paesaggistica e culturale così come esaustivamente indicato nel parere elaborato dalla Soprintendenza di Lecce, nel parere negativo espresso anche da ARPA/Puglia e le riserve espresse dall’Ufficio Ambiente della Provincia di Lecce.”
Bene così i turisti andranno alle Baleari andranno in Turchia, andranno a Dubai, andranno a Santorini, e non verranno in Italia. E gli altri paesi diranno grazie a Italia Nostra, che con le sue pressioni, e sfruttando un sistema italico dove nessuno riesce a decidere niente, blocca tutti i progetti.
Gentile lettore, il turismo, definito in parole povere, consiste in quello spostamento di persone da un punto all’altro del globo per uno scopo ben preciso, che solitamente coincide con una ricerca di bellezza, di armonia o, più semplicemente, di divertimento, con cui gratificare il proprio spirito e il proprio corpo. Ci spiega lei per quale motivo qualcuno in futuro dovrebbe prendersi la briga di raggiungere una determinata località e di spendere dei soldi per soggiornarvi se ciò per cui quella località era famosa è stato brutalmente devastato? Credo che ciascuna persona che abbia un briciolo di buon senso può ricavare da sola la risposta a questo quesito. Mettere a disposizione dei servizi per il turista è qualcosa che va studiato e concepito secondo criteri di armonizzazione con il contesto in cui quei servizi saranno fruibili, e non seguendo criteri di bieca cementificazione che spesso e volentieri nascono da tutt’altri fini che non quello di andare incontro alle esigenze dei visitatori. Infine, la invitiamo a notare come nel caso specifico di Otranto, Italia Nostra non sia l’unico soggetto ad aver manifestato opposizione al progetto di porto turistico. Pertanto, a meno di non voler invocare l’esistenza di una gratuita congiura ai danni delle iniziative comunali, forse dovrebbe venirle il dubbio che in quel progetto c’è davvero qualcosa che non va.