di Redazione FdS
All’insegna di agricoltura sostenibile, identità e turismo, Campana (Cosenza), il paese calabrese dell’Elefante di pietra, si prepara alla 550° edizione della Fiera della Ronza, una delle manifestazioni più antiche d’Europa. Una due giorni dedicata all’agricoltura ed alla zootecnia. Numerose le aziende partecipanti che esporranno capi di bovini, ovini e caprini di razza autoctona e di suini neri di Calabria, insieme ad eccellenze dell’agro-alimentare calabrese e prodotti tipici. Ci sarà anche uno spazio riservato alla parte commerciale con le moderne macchine agricole. Il tradizionale appuntamento è previsto per il prossimo venerdì 6 e sabato 7 giugno. La Fiera della Ronza risale al 1464, quando fu istituita dal Re Ferdinando d’Aragona, come privilegio per Campana. La manifestazione si tiene sull’ampio pianoro della località “Ronza”, all’ingresso del centro montano.
Il Paese del misterioso Elefante in pietra, nel cuore della Sila Greca, diventerà ancora una volta, così come accade ininterrottamente da oltre 5 secoli, punto di riferimento per produttori, rivenditori, consumatori e anche appassionati del turismo identitario. “La Fiera della Ronza – spiega il sindaco Pasquale Manfredi – continua a rappresentare una occasione importante da più punti di vista, anzi tutto per incontrare e valorizzare i numerosi imprenditori del settore, esaltando la tipicità dei prodotti locali e scoprendo i territori interni. Anche per la sua specifica destinazione – continua – l’evento aveva acquistato nei secoli una forte rilevanza territoriale, tanto da diventare importante ed atteso momento per l’acquisizione e la gestione di contatti commerciali e scadenze contrattuali e di pagamento.
Nonostante il radicale cambiamento intervenuto in questi ultimi 50 anni nelle prassi agricole e nelle abitudini commerciali la nostra Fiera – aggiunge – pare non avverta molto il passare del tempo, continuando comunque a richiamare visitatori da ogni parte ed a far rivivere atmosfere ed emozioni d’altre epoche. Come ad esempio l’antico mercato di bestiame, che continua ad essere animato, vissuto e visitato pur avendo ceduto spazio, purtroppo, ad attività commerciali diverse e molto meno tradizionali o sostenibili; ed è proprio sull’emersione recente di queste ultime che servirebbe, ma attraverso una diversa sinergia istituzionale ed associativa di livello regionale, una riflessione di contenuto e di metodo ed un impegno ed investimento organizzativo oggi assenti, sia per preservare e meglio comunicare l’identità e la storia dell’evento; sia soprattutto per far esploderne il valore e la forza autenticamente turistica su scala interregionale, oggi quasi del tutto latente. Attraverso la promozione del territorio e dei suoi prodotti – conclude Manfredi – noi ci sforziamo di coltivare e di promuovere, nonostante le troppe limitazioni subite dagli enti locali, l’obiettivo di costruire le basi per un’economia e per un’agricoltura sostenibili”.
Fonte: Montesanto Sas Comunicazione & Lobbying