di Redazione FdS
Lo hanno intitolato a Giovan Battista Amico, l’astronomo nato nella città regia di Cosenza agli inizi del ‘500 e qui formatosi nelle arti della grammatica, retorica e dialettica, così come nelle tre lingue sapienziali dell’aramaico, del greco e del latino, per poi passare a Padova, la città dove, stando all’anonimo autore del suo epitaffio, sarebbe stato ucciso a meno di trent’anni per invidia della sua dottrina; quella d’un brillante studioso che nell’unica e breve opera “Intorno ai moti dei corpi celesti secondo la filosofia aristotelica e senza l’uso di eccentrici ed epicicli”, pubblicata a Venezia a soli 24 anni, espose osservazioni destinate a figurare, poco tempo dopo, tra le fonti ispiratrici di Niccolò Copernico. Parliamo del Planetario inaugurato lo scorso 6 aprile a Cosenza, in contrada Gergeri (via S. Antonio dell’Orto 32), sullo sfondo dei monti presilani, a poco più di un chilometro a piedi dal centro città. Un progetto avveniristico per architettura e contenuti che, pensato già nel 2002, ha visto finalmente la luce grazie all’Amministrazione guidata dal sindaco Mario Occhiuto.
Progettato dallo studio milanese Monestiroli Architetti Associati e indicato in una nota stampa del Comune come il più imponente e innovativo d’Italia, il Planetario fa parte di un complesso strutturale che comprende anche dei giardini e una piazza a cui sarà dato il nome del celebre astrofisico Stephen Hawking recentemente scomparso. A inaugurarne le attività sarà, già a partire dal 12 Aprile, un ciclo di conferenze scientifiche e lectiones magistrales (ad ingresso gratuito ma con prenotazione obbligatoria, visto i soli 113 posti a sedere disponibili) che anticiperanno l’apertura a regime dal prossimo mese di giugno per il pubblico e dal prossimo mese di settembre per le scuole in concomitanza con la loro riapertura. Un comitato formato da accademici impegnati nei campi della Fisica e dell’Astrofisica – l’ideatore del progetto, prof. Franco Piperno, astrofisico, la sua collega prof. Sandra Savaglio (Unical), il prof. Vincenzo Carbone, Direttore del dipartimento di Fisica (Unical), la prof. Angela Misiano (Responsabile Scientifico Planetarium Pythagoras, Reggio Calabria), i prof. Francesco Plastina e Gaetano Zimbardo (fisici dell’Unical) e la prof. Manuela Zoccali (Direttore Instituto de Astrofisica, Santiago, Chile) – garantisce il rigore scientifico delle iniziative proposte dal Planetario.
FUNZIONE DEL PLANETARIO
Il Planetario è uno strumento didattico relativo ai movimenti fondamentali che si verificano nel Cielo col trascorrere delle ore, dei giorni, degli anni, dei secoli e addirittura dei millenni. Grazie ad un proiettore ottico, particolarmente versatile e sofisticato, viene riprodotto l’aspetto del Cielo stellato in una apposita sala di forma semisferica, con una cupola bianca – che funge da schermo in grado di simulare la volta celeste – sulla quale avviene la proiezione.
Il pubblico, comodamente seduto su poltrone basculanti e roteanti, potrà assistere con la testa all’insù alla simulazione di suggestivi fenomeni astronomici come il moto di rivoluzione terrestre, il passaggio di un asteroide e innumerevoli altri scenari, il tutto proiettato sulla cupola semisferica con una qualità che solo pochi planetari al mondo possono garantire. L’aspettativa, per chiunque sceglierà di frequentarlo, sarà quella di un’affascinante esperienza immersiva all’interno di un luogo di diffusione del sapere scientifico coniugato al sapere umanistico-letterario.
“L’idea centrale del progetto – hanno spiegato gli architetti – è stata quella di esporre i modelli luminosi dei sistemi celesti in un grande spazio vuoto così che risultino “sospesi” come realmente sono. La stessa cupola del Planetario sarà evocativa di un corpo celeste. Ne risulterà un luogo spettacolare, libero da arredi fissi e disponibile a manifestazioni diverse, di volta in volta allestite all’interno di una festosa allegoria dell’universo”.
LA STRUMENTAZIONE
La proiezione è generata da una sorgente di luce racchiusa all’interno di una sfera (starball), sulle pareti della quale sono praticati dei piccoli fori circolari da cui la luce fuoriesce in fasci sottili che, dopo essere stati opportunamente focalizzati da un sistema di lenti, vanno a colpire la cupola di proiezione, formando le immagini della maggior parte delle stelle più luminose, con il colore caratteristico di un determinato astro. Altri piccoli proiettori indipendenti generano il Sole, la Luna e i Pianeti. Vi sono infine alcuni motori che permettono al proiettore di ruotare attorno a diversi assi: in questo modo il Planetario può simulare il moto orario della volta celeste, il moto annuo del Sole attraverso le costellazioni nonché l’effetto della “precessione degli Equinozi”, facendo trascorrere in pochi minuti molte migliaia di anni.
L’apparato tecnologico che consente la proiezione, uno Starmaster ZMP della Zeiss, unico in Italia e tra i migliori d’Europa, è composto da un’attrezzatura ottica e di meccanica di precisione per la rappresentazione del cielo stellato (circa 4000 stelle), con il sole, la luna e i pianeti, visti da differenti punti di osservazione, all’interno e prossimi al sistema solare, in conformità alle circostanze naturali. Tutti i principi tecnologici del sistema di proiezione sono stati concepiti allo scopo di riprodurre nel migliore dei modi le leggi astronomiche e fisiche della natura. Le proiezioni illustrano i fenomeni con il massimo grado tecnologicamente possibile di naturalezza ed esattezza. Oltre alla rappresentazione dei corpi celesti naturali e i loro movimenti, si riproducono le linee di coordinate astronomiche, marcature e scale, mediante il sistema di planetario, nonché i disegni delle costellazioni.
Lo Starmaster è progettato per cupole di proiezione tra 12 m e 18 m di diametro, estremi fra i quali è compresa la cupola di Cosenza con i suoi 15 m di diametro. In posizione di proiezione devono coincidere esattamente il centro della cupola di proiezione e il centro della sfera di proiezione Starmaster. Quest’ultimo è integrato con un sistema di proiezione digitale con 6 proiettori sincronizzati – utilizzabile autonomamente o in compbinazione con lo Starmaster – per poter permettere rappresentazioni particolarmente spettacolari su tutta la cupola (full dome), a tema astronomico e non solo, completati da un coinvolgente sistema sonoro.
Il Planetario è completato da una sala che ospita il Museo della Scienza, in fase di completamento. Al piano inferiore della struttura sono posizionati i servizi igienici e la control room dell’impianto Zeiss, nella quale sono allocati i terminali e i server di tutto il sistema di proiezione. La struttura è infine dotata di un montascale per facilitare l’accesso alle persone con disabilità.
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Via Sant’Antonio dell’Orto 32
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Le visite alla struttura, fuori dagli eventi, saranno consentite dal martedì al sabato, dalle 9,00 alle
13,00 e dalle 15,30 alle 19,30
Info e Prenotazioni: planetario@comune.cosenza.it
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