E’ la fondatrice di Giallo Zafferano, il sito di ricette più seguito d’Italia con oltre 6 milioni di utenti collegati al mese e la collaborazione di 9 mila food blogger, dal 2010 acquisito da Banzai Media. Dopo nove anni Sonia Peronaci ha detto addio alla sua “creatura”, diventata intanto una grande azienda, convinta che “in una struttura così complessa non sempre è possibile realizzare le proprie intuizioni” e decisa più che mai a portare avanti nuovi progetti in piena autonomia: fra questi il sito www.soniaperonaci.it sempre dedicato alla gastronomia, ma più focalizzato su quelli che sono i suoi interessi, senza rinunciare ad altre esperienze come TV, riviste e libri. E proprio per presentare il suo ultimo libro di ricette, “La mia cucina”, eccola a Cosenza, in Calabria, regione a cui è legata da un motivo del tutto speciale: un papà catanzarese di cui dice di aver ereditato l’indole e del quale ci parla insieme ad altri particolari della sua vita pubblica e privata nel corso dell’intervista esclusiva che ha accettato di concedermi [guarda anche la versione video].
Sonia Peronaci è esattamente come le sue ricette: semplice e genuina. Ti accoglie con un sorriso aperto e cordiale, firma autografi e risponde alle domande senza il minimo segno di stanchezza, o di noia. Trasmette serenità e gioia per il suo lavoro. Ed è di una disponibilità infinita. Così, in occasione della presentazione del suo libro presso la libreria Ubik di Cosenza, mi ritrovo ad intervistarla in hotel, a tu per tu. E’ bastato chiederle se avesse dieci minuti da dedicarmi. Quanti altri personaggi della sua notorietà avrebbero risposto “perché no, mi chiami e ci mettiamo d’accordo”? Ma lei non è “un personaggio”. Lei è Sonia. E poi, è per metà calabrese, e questo la dice lunga…
Sonia, hai portato alla notorietà Giallo Zafferano grazie alle tue ricette e videoricette, che hanno insegnato a cucinare a sposine impreparate, single inesperti, casalinghe disperate. Come hai fatto ad arrivare al cuore di tanta gente?
Ho sempre amato il contatto con la gente: ho lavorato nei locali pubblici dei miei genitori, nei villaggi turistici, e anche nel noiosissimo periodo in cui ho lavorato come commercialista, ero comunque sempre a contatto con la clientela. E’ il mio carattere tutto calabrese, ereditato da mio padre, originario di Simeri Crichi, in provincia di Catanzaro.
Tu hai un legame molto forte con la nostra regione. Cosa ti è rimasto delle tradizioni calabresi?
Guarda, ho un legame talmente forte che per essere oggi qui non mi sono fatta fermare nemmeno dallo sciopero aereo: ho preso tre treni di corsa, con tempi strettissimi, pur di tornare finalmente in Calabria. Sono molto legata a questa terra. Per dire: la pasta al forno con le polpettine in casa mia si fa una domenica si e l’altra… pure.
A proposito di cucina di casa tua: dopo giornate trascorse tra i fornelli, hai ancora voglia di cucinare, quando torni a casa?
Assolutamente si, la cucina non è solo il mio lavoro, ma anche il mio divertimento e il mio sfogo: se sono nervosa o preoccupata, impasto. Gli impasti sono la mia passione e concentrarmi sulle dosi ed i procedimenti mi libera la mente da altri pensieri.
[Sonia ride, e la sua risata è cristallina, spontanea e contagiosa. Nonostante le lunghe ore di viaggio, sprizza energia e vitalità e non mostra segni di stanchezza.]Da dove ti viene tutta questa vitalità?
Dal fare qualcosa che mi piace, come mi piace. Dopo avere fondato Giallo Zafferano ed avere dedicato tanti anni alla sua crescita, ho deciso che era il momento di cambiare. C’erano tanti altri “colori” da conoscere e sperimentare, e volevo farlo a modo mio, senza alcun tipo di limitazione. Ho rinnovato la mia immagine, la veste editoriale dei miei libri e anche il mio sito SoniaPeronaci.it rispecchia questa mia nuova immagine.
Effettivamente il tuo libro ha un look inedito, molto curato nei minimi particolari ed è curiosamente diviso non per argomenti, come ci si aspetterebbe da un ricettario, bensì per momenti conviviali. Come mai questa scelta?
Come sempre, la mia fonte di ispirazione sono le persone che mi seguono, mi scrivono e mi pongono quesiti. Difficile che chiedano: cosa posso preparare a pranzo? E’ più facile che dicano: vengono gli amici di mio marito a vedere la partita, cosa posso preparare? Così ho pensato a ricette adatte a varie occasioni, invece dei classici colazione, pranzo e cena.
Ci sono molte ricette dedicate agli intolleranti…
Si, io stessa mi sono scoperta intollerante a glutine e lattosio e so che è un problema molto diffuso, che merita sempre più attenzione. Ho voluto dimostrare che si può mangiare in modo gustoso e con poche rinunce anche se si soffre di qualche disturbo.
Si parla sempre più spesso di gastronomia: dalle trasmissioni televisive ai blog di cucina, dai libri alle riviste è tutto un fiorire di consigli e ricette non sempre corretti e a volte anche nocivi. Credi che le persone siano in grado di capire chi ascoltare e chi no?
Sicuramente sì. Io penso che per quanto riguarda l’alimentazione è importante diffonderne il più possibile la cultura. Bene, o male, purché se ne parli. Gli utenti operano delle scelte ben precise e competenti: alla lunga rimarranno solo “i buoni”, come succede per i ristoranti: anche la persona meno preparata in materia si accorge subito se si mangia bene o male. Quanti ristoratori improvvisati sono stati costretti a chiudere?
Siamo passati dalle tradizioni trasmesse a voce dalle nonne ai foglietti volanti e ai ricettari delle mamme; dai forum ai blog e alle videoricette. Tu sei sempre stata un passo avanti, hai precorso i tempi. Cosa c’è secondo te nel futuro della food communication?
Spero che ci sia un ritorno alle origini. Sai, quando si va troppo avanti, ad un certo punto si perde un po’ la strada e c’è la necessità di tornare sui propri passi per riscoprire ciò che si è lasciato indietro. Io mi auguro che ci sia la riscoperta delle tradizioni sane e genuine, dell’alimentazione più naturale, non troppo raffinata e industrializzata. Io ho vissuto la mia infanzia tra pane fatto in casa e conserva di pomodoro prodotta a quintali per tutto il vicinato. Ecco, queste sono le cose da riscoprire e che cerco di trasmettere anche alle mie figlie. Ho un ricordo bellissimo e ancora oggi molto vivo dei profumi della cucina, dei fornelli accesi, del pane in lievitazione: vorrei che anche loro avessero ricordi simili.
Le tue figlie ti seguono nella tua avventura?
La più grande lavora con me da sempre, è la mia memoria storica. La seconda è una viaggiatrice e la terza un’artista, ma tutte e tre hanno grandi capacità e fantasia in cucina. Sono molto brave e sono davvero orgogliosa di loro.
Amano i piatti tradizionali, o innovativi?
Un misto, direi. C’è da ricordare, tuttavia, che loro hanno un padre calabrese: la cucina di questa magnifica regione per noi è sempre presente in tutte le sue varianti, tradizionali o innovative.
Hai appena condotto una trasmissione televisiva su Rete 4, hai pubblicato questo libro e curi il tuo sito: cos’altro bolle nella pentola di Sonia Peronaci?
Ancora televisione, tanto contatto diretto con il pubblico affettuoso che mi segue, e sicuramente un altro libro.
A proposito di libri: qual è un libro che vorresti avere scritto tu?
La saga di Harry Potter, sicuramente. Ma sai quanto avrei guadagnato?
[E ride, ride, ride. Sprizza gioia e allegria questa donna, si vede che è contenta di quello che fa.]C’è uno chef che ammiri particolarmente?
Ultimamente, Antonino Cannavacciuolo. Segue molto la tradizione aggiungendo tocchi di originalità da grande artista. Lo trovo bravissimo.
E tu che tipo di chef sei?
Io non sono una chef! Mi definiscono food blogger, ma in realtà non ho mai avuto un mio blog di cucina. Mi piace molto cambiare, sperimentare, scoprire cose nuove. Mi sto appassionando alla cucina thailandese, è favolosa.
Non sei una chef, non sei una foodblogger, sei una scrittrice, ma non solo, conduci trasmissioni televisive. Come possiamo definire la nuova Sonia a colori?
Mmmhhh…. cuoca mediatica?
Della serie: le nuove professioni del futuro. Tanto per non smentirti, hai inventato qualcosa di nuovo. Un’ultima curiosità: cosa cucini a casa tua, per la tua famiglia?
Di tutto, perché lo faccio con gioia e passione anche al di fuori delle telecamere. Il piatto che non manca mai, però è la pasta al forno con le polpettine, alla calabrese. Perché io sono calabrese fino in fondo!
© RIPRODUZIONE RISERVATA