di Redazione FdS
L’isola di Mozia – piccolo gioiello del Mediterraneo, isola dove ancora cresce l’uva dei Fenici e dov’è custodita una delle più belle sculture pervenuteci dall’antichità – riserva ancora belle sorprese. In questo piccolo paradiso di fronte alla costa di Trapani è stato di recente localizzato un complesso sistema di strade, mura, pavimenti, abitazioni, strutture rettilinee e curvilinee di un antico quartiere fenicio-punico nascosto sotto i vigneti. A individuarlo, grazie a magnetometri e georadar, è stato un gruppo di ricercatori dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia in collaborazione con l’università La Sapienza di Roma, la Sovrintendenza ai beni monumentali e ambientali di Trapani e la Fondazione Whitaker.Quest’ultima è proprietaria dell’isola da quando, nel 1971, fu voluta e costituita da Delia Whitaker figlia superstite dell’inglese Joseph che agli inizi del Novecento aveva acquistato Mozia grazie ai mezzi economici che gli derivavano da una fiorente attività di produzione di Marsala e grazie alla sua passione per l’archeologia. Fu lui infatti a promuovere i primi veri e propri scavi archeologici, che iniziarono nel 1906 e proseguirono fino al 1929 mettendo in luce il santuario fenicio-punico del Cappiddazzu, parte della necropoli arcaica, la cosiddetta Casa dei Mosaici, l’area del tofet, le zone di Porta Nord e di Porta Sud e della Casermetta; Whitaker si occupò inoltre della sistemazione degli scavi, acquistando l’isola e sistemandovi il museo oggi visitabile. Gli scavi sono proseguiti a fasi alterne nei decenni successivi, fino alla recente scoperta.
“I dati geofisici, raccolti con magnetometri e apparecchiature elettromagnetiche – ha spiegato Domenico Di Mauro, ricercatore dell’Ingv – hanno permesso di individuare l’immagine del quartiere urbano presente nell’area a sud-ovest del Tophet, il santuario a cielo aperto dove anticamente venivano praticati sacrifici e sepolture. Le geometrie, le dimensioni, la densità degli agglomerati, tipiche delle strutture delle colonie fenicio-puniche del Mediterraneo sono state poi confrontate con altre evidenze già scoperte sull’Isola”. I ricercatori hanno effettuato i loro rilievi camminando per tre giorni lungo i terreni a vigneto che nascondono il quartiere fenicio-punico. Lo studio ha permesso di stimare meglio anche quella che dovette essere l’entità abitativa del centro isolano, calcolato intorno alle diecimila unità. Le indagini svolte, che si avvalgono di una strumentazione portatile, hanno il vantaggio di essere non invasive e di rapida esecuzione. I resti archeologici non ancora portati alla luce, sono rilevabili sfruttando le proprietà magnetiche, elettriche ed elettromagnetiche dei materiali il cui contrasto con il terreno fornisce informazioni preziose traducibili in mappe ed immagini.
Mozia è un’isola di antichissima frequentazione e insediamenti. I mercanti-navigatori fenici che si spinsero nel Mar Mediterraneo occidentale a partire dalla fine del XII secolo a.C., dovettero probabilmente già da allora avere in Mozia un punto d’approdo ed una base commerciale. Il nome antico in fenicio era Mtw, Mtw o Hmtw, come risulta dalle legende monetali; il nome riportato in greco, Motye, Μοτύη, è citato anche da Tucidide e da Diodoro Siculo. Intorno alla metà dell’VIII secolo a.C., con l’inizio della colonizzazione greca in Sicilia, Tucidide riporta che i Fenici si ritirarono nella parte occidentale dell’isola, più esattamente nelle tre città di loro fondazione: Mozia, Solunto e Palermo. Archeologicamente a Mozia è testimoniato un insediamento della fine dell’VIII secolo a.C., preceduto da una fase protostorica sporadica e alquanto modesta. Le fortificazioni che circondano l’isola possono essere forse collegate alle spedizioni greche in Sicilia occidentale di Pentatlo e Dorieo nel VI secolo a.C. Nel 397 a.C. Dionisio di Siracusa prese e distrusse la città all’inizio della sua campagna di conquista delle città elime e puniche della Sicilia occidentale; l’anno successivo Mozia venne ripresa dai Cartaginesi, ma perse di importanza in conseguenza della fondazione di Lilibeo. Dopo la battaglia delle Isole Egadi nel 241 a.C. tutta la Sicilia passò sotto il dominio romano, ad eccezione di Siracusa: Mozia doveva essere quasi del tutto abbandonata, dal momento che vi si sono rinvenute solo pochissime tracce di nuova frequentazione, generalmente singole ville di epoca ellenistica o romana.