di Redazione FdS
Ha riscosso grande successo il primo film italiano in concorso alla 71a Mostra del Cinema di Venezia. Si tratta di Anime nere del regista romano Francesco Munzi, classe 1969, autore di cortometraggi e di documentari, fattosi notare nel 2004 con il film Saimir che gli è valsa la vittoria di un Nastro d’argento come miglior regista esordiente e due David di Donatello. Il nuovo film presentato a Venezia è stato accolto positivamente sia alla proiezione per la stampa sia in serata quando è stato salutato dal pubblico in standing ovation con tredici minuti di applausi. Tratto dal libro di Gioacchino Criaco (Rubbettino editore), racconta un Sud tenebroso, quello della ‘ndrangheta calabrese, vista attraverso le vicende di personaggi che agiscono sullo sfondo di Africo, borgo in provincia di Reggio Calabria.
“Sono orgoglioso che un film su un libro scritto da un calabrese e pubblicato da una importantissima casa editrice che tocca un argomento fondamentale sia agli onori della ribalta a Venezia, essendo il primo film italiano a sfilare nel concorso principale della Mostra di Venezia 2014. I problemi per essere combattuti devono essere capiti e il contrasto alla criminalità, deve essere prima di tutto culturale”. Cosi’ l’Assessore alla Cultura della Regione Calabria, Mario Caligiuri, in occasione della presentazione alla mostra del cinema di Venezia del film “Anime Nere”, girato ad Africo. “Mi fa piacere – ha proseguito Caligiuri – che il film di Munzi porti la Calabria al Lido, che si tratti di un film tratto da un romanzo di uno scrittore calabrese e che sia stato applaudito. Ma quello che non e’ accettabile è assistere all’uscita di titoli e articoli di commento che trasudano stereotipi sulla Calabria ‘a mano armata’ e sull’equazione calabresi=ndrangheta che certamente respingiamo e che non ci appartiene”.
“Non si può ridurre l’immagine di una regione – spiega Caligiuri – alle ‘Anime Nere’ narrate nel film, soprattutto in una vetrina internazionale com’e’ la Mostra del Cinema di Venezia. Il film offre necessariamente uno spaccato parziale per esigenze narrative. Ma spero che i commentatori siano rispettosi di un territorio che offre molto altro e che proprio in questi anni sta assistendo, al di la’ di ogni narrazione, a una evidente rinascita culturale”.