di Redazione FdS
“(…) É da otto mesi che sospiro la libertà tutti i giorni, in tutte le ore, in tutti i momenti. La legge umana fa espiare i delitti e i reati degli uomini, privandoli di essa, Dio nell’Eden punì l’uomo con la morte, ma non gli tolse la libertà. Dunque vale più della vita. La vita senza di essa è morta, specialmente per un giovane a vent’anni, che deve pensare seriamente al suo avvenire. Ed io quale delitto, quale male ho commesso per essere privato così inesorabilmente di questo grande tesoro? Di qual reato di quale scandalo mi si può incolpare? (…)”
S. Domino delle Tremiti, 6 ottobre 1939
Frammento di lettera da Leonardo a’ Francisa, condannato a 5 anni di confino per omosessualità, al Ministero degli Interni.
(tratto da G. Goretti e T. Giartosio, La città e l’isola, Donzelli editore, Roma 2006)
C’è un luminoso lembo di Puglia il cui nome antico di Isole Diomedee (dal greco Διομήδεες) riconduce al fascino immortale dei miti omerici e al nome di Diomede, uno dei principali eroi achei della Guerra di Troia, considerato il diffusore della civiltà nelle terre affacciate su mare Adriatico. Sono le Isole Tremiti, un arcipelago formato da sei parti, fra isole e scogli, in provincia di Foggia, oggi Riserva Naturale Marina al largo del promontorio del Gargano del cui Parco Nazionale fa parte. Un piccolo eden naturale che in pochi sanno essere stato utilizzato durante il regime fascista quale luogo di confino per omosessuali, cittadini presi di mira dal governo dittatoriale italiano per la ‘colpa’ di appartenere ad una categoria dai confini incerti, quella di individui potenzialmente pericolosi per l’ordine pubblico, e quindi da allontanare dal tessuto sociale. Una visione aberrante che costò stigma sociale, emarginazione e quindi umiliazione e sofferenza a persone la cui unica responsabilità era quella di essere “diverse” dagli altri.
Questa pagina di storia è rimasta oscura ai più almeno fino a quando due autori – Gianfranco Goretti e Tommaso Gartosio* – non hanno deciso di ricostruirla in un libro uscito nel 2006 per Donzelli editore (pp. 276 – 13,50 euro) e intitolato “La città e l’isola – Omosessuali al confino nell’Italia fascista”. Ve lo segnaliamo riprendendo la presentazione contenuta nella relativa nota editoriale:
A seguito di meticolose indagini, decine di catanesi, in gran parte giovani o giovanissimi, vengono prima incarcerati, poi mandati al confino alle Tremiti fino allo scoppio della guerra, in due casermoni sull’isola di San Domino. Tornati a Catania, cercheranno di dimenticare e far dimenticare ciò che hanno vissuto. Pochissimi di loro, a distanza di decenni, hanno accettato di raccontarlo.
A partire da queste testimonianze e da fonti d’archivio, Goretti e Giartosio ricostruiscono un mondo che sembrava scomparso nel nulla. Gli appuntamenti sulla spiaggia di notte, le sale da ballo per soli uomini, le complicità, le rivalità, i travestimenti, gli espedienti, la paura, l’amore. E poi, dopo l’arresto, gli stratagemmi messi in atto dalle famiglie, le situazioni paradossali della vita al confino, i tentativi quasi sempre vani di rivendicare la propria innocenza e guadagnarsi la libertà.
Il tutto nel contesto di un’Italia provinciale, tenera ma più spesso spietata, in cui l’omosessuale è schernito di giorno e cercato di notte da uomini che non si ritengono omosessuali. Un’Italia stregata dal fascismo, che all’indomani delle leggi razziali è deciso a reprimere qualsiasi minaccia all’«integrità della stirpe», e che colpirà, con il tacito consenso dei più, centinaia di «invertiti».
Indagine antropologica, riflessione sull’identità, appello alla memoria civile di un paese che facilmente dimentica, questo libro è prima di tutto una storia. La storia di un gruppo di ragazzi del Sud, vissuti in un’Italia diversa (ma non troppo) dalla nostra e puniti perché erano innocenti.
*Gianfranco Goretti ha svolto fin dal 1987 ricerche sul confino degli omosessuali sotto il fascismo, approdate a una tesi di laurea in storia moderna e a diverse pubblicazioni. Insegna nelle scuole superiori.
*Tommaso Giartosio è narratore e saggista. Ha pubblicato Doppio ritratto(Fazi, 1998, Premio Bagutta Opera prima) e Perché non possiamo non dirci. Letteratura, omosessualità, mondo(Feltrinelli, 2004). È uno dei conduttori del programma di Rai Radio Tre «Fahrenheit».