di Redazione FdS
La scorsa estate si era diffusa notizia dell’intenzione della società elettrica A2A di svuotare i laghi Ampollino e Arvo sull’altopiano della Sila calabrese per effettuare interventi di manutenzione alle opere di presa dei due bacini idroelettrici. La direzione regionale di Legambiente, in tale occasione, aveva giudicato i previsti interventi poco adeguati al contesto attuale, sostenendo che il richiamo da parte dell’azienda alla precedente manutenzione avvenuta vent’anni fa non avesse grande senso perché allora il Parco nazionale della Sila non era stato ancora istituito. Di conseguenza si era chiesto alle autorità competenti di verificare le proposte della società e in particolare se queste rispondevano alle prassi di intervento in un ambiente montano tutelato, che per oltre l’80% è interessato da foreste, con una forte presenza di elementi naturali quali fiumi e laghi che sono segni distintivi del paesaggio e rappresentano la missione e l’identità naturalistica dell’area protetta.
Nonostante queste premesse, i lavori di svuotamento sul lago Ampollino sono stati avviati e ieri Legambiente ha posto in essere un sit-in di protesta sulle sponde del bacino artificiale calabrese, mentre oggi è stata presentata una interrogazione parlamentare dei deputati M5S Dalila Nesci e Paolo Parentela. Legambiente contesta alla società A2A che i lavori in atto non sono di manutenzione ordinaria ma si configurano come un cambio sostanziale dello stato dei luoghi che nessuno ha autorizzato. Nella interrogazione parlamentare avanzata dai due deputati è stato chiesto al Ministro per l’Ambiente quali azioni intenda promuovere, in considerazione del fatto che la vigilanza sulla gestione del Parco nazionale della Sila è esercitata dallo stesso Ministero. “Fa specie – hanno dichiarato Nesci e Parentela – che lo svuotamento dell’Ampollino avvenga senza le garanzie dovute, dopo pochi mesi che l’Unesco ha inserito la Sila tra i suoi siti d’eccellenza. A nulla serve l’importante riconoscimento, se dai sindaci al governo non c’è la concreta volontà di salvaguardare e tutelare le bellezze paesaggistiche”.
Le norme che disciplinano il Parco nazionale della Sila, e quelle a tutela del paesaggio – fa notare Legambiente – impediscono che si possa ridurre di 16 metri il livello di un bacino idroelettrico senza che questa vengano preventivamente autorizzate. Pertanto Legambiente, ha dichiarato che agirà “in ogni direzione per far valere il rispetto della legalità e degli interessi del territorio silano” ed ha chiesto all’Ente parco un sollecito intervento “per impedire che lo scempio si completi intimando ad A2A di sospendere le attività e ripristinare lo stato dei luoghi”.