TESORI del Museo Archeologico di Palermo: Eracle e la cerva di Cerinea

 
Redazione FdS

Uno dei grandi protagonisti della mitologia classica, Eracle (Ercole), e uno degli episodi più affascinanti tratto dal ciclo delle sue dodici ”fatiche”, ovvero quello della cattura della cerva di Cerinea, l’animale dalle corna d’oro e dalle zampe d’argento e di bronzo consacrato ad Artemide dalla ninfa Taigete, salvata dalla dea della caccia dalle insidie erotiche di Zeus: sono il soggetto di una delle più belle sculture in bronzo pervenuteci dall’antichità e oggi custodita presso il Museo archeologico regionale “A. Salinas” di Palermo (guarda video sopra). L’opera, databile tra la fine del I° sec. a.C. e il I° sec. d.C., è la raffinata copia romana di un originale greco attribuito alla scuola dello scultore Lisippo (IV sec. a.C.) e proviene da Pompei dove fu rinvenuta nel 1805 nella Casa di Sallustio, dimora signorile nel cui atrio fungeva da ornamento di una fontana; annesso al gruppo scultoreo è infatti un bacino in marmo che raccoglieva l’acqua zampillante dalla bocca della cerva. Nel 1831 l’opera fu donata al Museo dell’Università di Palermo da Ferdinando II di Borbone, re delle Due Sicilie, il cui munifico gesto faceva seguito a due episodi di committenza artistica avvenuti durante il soggiorno palermitano di re Ferdinando I e legati sempre all’iconografia erculea non estranea al casato Borbone/Farnese (una fontana con copia dell’Ercole Farnese per la tenuta reale della Favorita e le decorazioni della Sala d’Ercole nel Palazzo Reale). Il successo di questo antico capolavoro fu immediato e di portata internazionale, grazie alla diffusione della sua immagine attraverso disegni, incisioni, calchi e riproduzioni in scala naturale o ridotta.

Tornando al mito che ne ha ispirato la creazione, va ricordato come il sangue della cerva, in quanto sacra, non potesse essere sparso. Pertanto, quando Euristeo, re di Tirinto e Micene, incaricò Eracle di catturarla viva, l’eroe agì con estrema cautela: inizialmente si limitò a inseguirla per un anno sul Monte Artemisio, poi – quando stava per attraversare il fiume Ladone -, riuscì a catturarla colpendola con una freccia in un punto cartilagineo della zampa, privo quindi di vasi sanguigni. Caricatala sulle spalle, Eracle si diresse verso l’Arcadia, ma lungo il tragitto si imbatté in Artemide e Apollo che lo accusarono di aver cercato di uccidere il sacro animale; l’eroe riuscì però a placare la loro ira ottenendo di poter consegnare la cerva a Euristeo, ma a condizione che una volta portata a Micene venisse liberata.

L’opera, che sintetizza magistralmente questo mito, si distingue per la finezza esecutiva oltre che per l’armonia delle proporzioni e l’equilibrio della composizione combinati con un senso di grande vitalità conferito all’insieme dalla posa dinamica dell’eroe, che nella sua nudità rivela tutta la tensione muscolare messa in campo nell’azione. Notevole anche la cura dei particolari, come la preziosa aggiunta di lamine d’argento e di rame nella resa di occhi e labbra o le minuziose incisioni impiegate nella realistica riproduzione del vello dell’animale.

©  RIPRODUZIONE RISERVATA

Museo Archeologico Regionale “A. Salinas”, Palermo
Piazza Olivella
Orario: dal martedì al sabato 9.00 – 18.00
domenica e festivi 9.00-13.30
Ultimo ingresso 30 minuti prima della chiusura
Ticket: 6 euro
Info: 091 611 6805 | regione.sicilia.it/beniculturali/salinas

Rispondi

Il tuo indirizzo e-mail non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono segnalati *

*

Torna su