di Redazione FdS
Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN), con il suo pregevole patrimonio di opere d’arte disposte su una superficie espositiva di oltre 12.000 m², è considerato uno dei musei archeologici più importanti del mondo, forse il più importante per quanto riguarda l’arte romana, data la rilevanza numerica e qualitativa di collezioni come la Farnese, costituita da reperti di Roma e dintorni e trasferita a Napoli dai Borbone nel ‘700, e le collezioni di reperti provenienti dalle città dell’area vesuviana – soprattutto da Pompei – colpite dall’eruzione del 79 d.C. e riscoperte a partire dagli inizi del XVIII secolo. Di recente, la direzione del Museo ha voluto puntare una lente di ingrandimento su alcune delle opere più rappresentative di questo scrigno di inestimabili tesori d’arte e storia, consentendo a chi non lo abbia ancora esplorato, di scoprire quanta bellezza celi al suo interno. Splendori che lo rendono meritevole di più di una visita. E’ così nato MANN Stories, progetto a cura di Mauro Fermariello composto da cinquanta video brevi (3-4 minuti) in cui vengono raccontate alcune eccezionali opere del Museo. Obiettivo dell’iniziativa è stato quello di creare interesse verso le singole opere raccontate e verso il Museo nel suo insieme, in modo da aumentare la partecipazione del pubblico. Famedisud vi ripropone questi video con cadenza settimanale.
Nel video di questa settimana Serena Venditto, scrittrice, assistente alla accoglienza e alla comunicazione del Museo Archeologico di Napoli, racconta un’altra delle monumentali sculture della collezione Farnese, l’Ercole, copia marmorea del III sec. d.C. dell’originale bronzeo realizzato dal grande scultore greco Lisippo nel IV secolo a.C. La statua reca incisa la firma dello scultore ateniese Glicone.
Alta 3,17 m., è stata è rinvenuta alle Terme di Caracalla a Roma intorno al 1546 e poiché mancava di alcuni frammenti anatomici, fu restaurata da Guglielmo Della Porta, allievo di Michelangelo. Dopo l’arrivo a Napoli dell’intera collezione Farnese a fine Settecento, tuttavia, quegli elementi di restauro furono eliminati e rimpiazzati con i frammenti originali nel frattempo ritrovati.
Entrato nella collezione del cardinale Alessandro Farnese, l’Ercole è rimasto a lungo esposto a Roma nell’omonima Sala di Palazzo Farnese, il quale ospitava a quel tempo gran parte delle sculture antiche recuperate. Nel 1787 viene ereditato, insieme al resto della collezione, da Carlo di Borbone, figlio di Elisabetta Farnese, e tutte le statue sono trasferite a Napoli e collocate nella reggia di Capodimonte prima di passare nel Real Museo.
La figura dell’Ercole a riposo, poggiato sulla sua clava, compare riprodotta in numerosi esemplari già in epoca antica, testimonianza della grande notorietà dell’originale di Lisippo. Con la diffusione, a partire dal ‘500, di varie incisioni raffiguranti l’esemplare Farnese, si assiste a una nuova stagione di successo culminata col tentativo, per fortuna non riuscito, da parte di Napoleone di portarselo in Francia insieme ad altre opere trafugate durante la sua campagna militare in Italia.
Tra i grandi protagonisti della mitologia greco-romana, Ercole/Erakles simboleggia il coraggio dell’uomo che prevale sulle prove impostegli dagli dei, ed essendo figlio di Zeus, alla fine godrà dell’apoteosi, raggiungendo l’immortalità. Nella tradizione popolare, pur partecipando delle passioni umane, il suo eroismo finirà col fargli riconoscere il ruolo di salvatore dell’umanità.
© RIPRODUZIONE RISERVATA