Un luogo ultramillenario nel cuore del centro storico partenopeo. Una preziosa testimonianza delle radici greche di una delle città italiane più amate al mondo
di Redazione FdS
A circa due anni di distanza dal nostro servizio dedicato agli ipogei ellenistici di Napoli, la cui parziale possibilità di visita è da tempo rimessa all’infaticabile attività dell’Associazione Celanapoli, giunge notizia della apertura stabile, a partire dal 1 luglio, di uno dei complessi funerari più spettacolari tra quelli individuati nel ventre del Rione Sanità, l’Ipogeo dei Cristallini, così denominato dall’omonima via in cui è ubicato. Una testimonianza rara e incredibile di pittura e architettura ellenistica, un unicum di storia e archeologia. Per festeggiare l’apertura l’ingresso è gratuito dal 1 al 10 luglio con prenotazione on line delle visite sul sito www.ipogeodeocristallini.org. In concomitanza con l’annuncio uffiale dell’apertura del sito, comunicato lo scorso 24 giugno al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, è stata allestita un’esposizione dei reperti di età ellenistica provenienti dall’Ipogeo e conservati nel museo.
IL RESTAURO
L’apertura fa seguito a un importante intervento di restauro fortemente voluto dalla famiglia Martuscelli, proprietaria del complesso, e svolto sotto l’alta sorveglianza e con il coordinamento scientifico della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Napoli, in collaborazione con ICR-Istituto Centrale per il Restauro. Al progetto, in parte finanziato con fondi Europei/Regione Campania (Por Campania Fesr 2014-2020), hanno aderito con entusiasmo il Comune di Napoli e numerosi partner e sponsor. La direzione dell’Ipogeo è stata affidata a Alessandra Calise Martuscelli, manager del turismo e da tempo promotrice dell’apertura di questo luogo singolare ereditato dal marito Giampiero Martuscelli dalla famiglia del barone Giovanni Di Donato; fu proprio quest’ultimo a scoprire l’Ipogeo, nell’ottobre del 1888, sotto il cortile del proprio palazzo al civico 133, e poi a dare inizio a sue spese, nel maggio 1889, alla esplorazione degli ambienti individuati a oltre 11 metri di profondità e alla rimozione del terreno alluvionale, proseguita fino al 1896.
L’apertura dell’Ipogeo dei Cristallini restituisce al pubblico la straordinarietà dell’antico sito greco, riconsegnando alla città la possibilità di vivere un’esperienza culturale ed emotiva unica, e, ancor più, aggiungendo un prezioso tassello all’operazione di recupero del Rione Sanità, che negli ultimi anni ha visto una vera e propria rinascita, rafforzando la sua propensione verso l’arte e la creatività e dando sempre più forza alla riscoperta del suo patrimonio immenso di arte, storia e cultura. Si è finalmente compreso che valorizzare l’eredità del passato consente di creare nuova bellezza e di determinare valore aggiunto per l’identità e l’economia territoriali. Fra gli obiettivi dell’ambizioso progetto di restauro voluto dalla famiglia Martuscelli c’è infatti quello di essere “custodi”, piuttosto che proprietari, di un luogo unico e prezioso per il quartiere e l’intera città: un impegno culturale, economico e sociale; una proposta, dunque, che attraverso archeologia e cultura possa avere un rilevante impatto sul territorio.
Il restauro è partito nel settembre del 2020, quando l’Istituto Centrale per il Restauro (ICR) ha avviato gli studi e le indagini necessari per acquisire una conoscenza completa dell’Ipogeo, dei materiali e delle tecniche di decorazione, dei meccanismi di degrado in corso e della relativa interazione con l’ambiente. Tutti elementi indispensabili per poter progettare e procedere al restauro e assicurare la conservazione nel tempo delle tombe dei Cristallini. Gli interventi degli specialisti sugli ambienti non sono ancora terminati: fanno parte infatti di un piano di lavoro in progress che nel tempo potrà rivelare sempre nuove e inaspettate scoperte. Tuttavia il primo importante step di riqualificazione ha reso finalmente il sito fruibile al pubblico.
IL COMPLESSO IPOGEICO
La storia dell’Ipogeo dei Cristallini risale a più di 2300 anni fa. L’area dei Vergini, all’interno del Rione Sanità, fin dal IV secolo a.C. fu destinata a necropoli, dapprima con l’escavazione di tombe a camera (Via dei Cristallini, Vico Traetta, Via Santa Maria Antesaecula), successivamente con la realizzazione di complessi cimiteriali catacombali (San Gennaro, San Gaudioso, San Severo) infine con la destinazione di un’immensa cava ad ossario (Le Fontanelle). I greci, che nel IV sec. a.C. abitavano ancora la città di Neapolis, realizzarono alcuni ipogei funerari, costruendo delle tombe nel sottosuolo in cui hanno riposato per millenni i resti degli antichi abitanti della città partenopea.
Ritrovato a fine ‘800, intatto nelle pitture e nel ricco corredo funebre, l’Ipogeo dei Cristallini è accessibile tramite una scala a 11 metri sotto il livello stradale per immergersi in un mondo sotterraneo ancora vivo, ricco di decori e stucchi, colori vivaci e raffinatissimi effetti trompe l’oeil. Oltre alle camere funerarie è riemerso un ricchissimo corredo funebre, oggi considerabile una delle fonti archeologiche e storiche più preziose sull’area del Rione Sanità. Sono infatti circa 700 i pezzi del corredo rinvenuti nel sito, dapprima conservati dal Barone di Donato, successivamente custoditi per anni dalla famiglia Martuscelli con il consenso della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Napoli, e infine approdati al Museo Archeologico. Grazie all’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli e alla Scuola Meridionale è stato realizzato un lavoro straordinario di catalogazione dei reperti che si trovano nei depositi della Soprintendenza e che saranno, in parte, riposizionati nell’Ipogeo con le dovute precauzioni.
Il complesso è costituito da quattro sepolcri affiancati scavati nella roccia, ciascuno dei quali presenta caratteristiche molto diverse che li rendono unici. Uno di questi (la tomba C) è rimasto splendidamente intatto ed è di particolare rilevanza per stato di conservazione e bellezza. La camera sepolcrale è ricca di decorazioni pittoriche, tra cui spiccano una raffigurazione di Dioniso e Arianna e una testa di Medusa. Nel mondo sono rarissime le testimonianze di pittura greca giunte fino a noi: questa si conserva principalmente nelle immagini dipinte sui vasi, unici esempi che lasciano immaginare i livelli di maestria raggiunti dai pittori ellenici. L’eccezionalità dell’Ipogeo dei Cristallini è dovuta proprio alla presenza di affreschi greci intatti, dai colori vibranti: prezioso blu egizio, ocra giallo e rosso, squillanti magenta e viola testimoniano l’eccellenza dei Greci nell’uso di pigmenti, una grande finezza artistica e sofisticata creatività. Un viaggio indietro nel tempo di 2300 anni, per contemplare la bellezza dell’arte, per comprendere il significato della vita e della morte, dell’amore e della cura, della famiglia e dell’amicizia.
Delle altre tre tombe del complesso, l’ipogeo A era ornato da otto bassorilievi. Il tempo e l’opera di estrazione da parte dell’uomo di pietre dal sottosuolo, ne hanno purtroppo distrutto in gran parte la struttura, lasciando intatto un solo bassorilievo. L’ipogeo B invece conservava un tesoro di anfore, manufatti, urne, altari e affreschi.
L’ipogeo D, infine, è stato significativamente modificato in epoca romana. Presenta numerosi loculi nelle pareti, utilizzati per numerose sepolture in epoca latina. Anche i manufatti ed i tesori trovati al suo interno sono di epoca romana, e c’è anche un’iscrizione in latino. In ognuno dei quattro ipogei vi sono degli splendidi letti-sarcofago scavati nel tufo, che all’esterno hanno la forma di klinai, con tanto di materassi e doppi cuscini scolpiti e dipinti in giallo, azzurro e rosso.
L’IPOGEO E L’ARTE CONTEMPORANEA
L’Ipogeo dei Cristallini si apre a molteplici forme d’arte e di cultura contemporanee, ripensando l’identità del luogo e proponendo nuovi scenari, con una programmazione di attività a lungo termine, a cura di Marta Wróblewska. Durante la giornata inaugurale di presentazione alla stampa del 24 giugno l’Ipogeo dei Cristallini ha festeggiato l’apertura insieme alle opere di due artisti napoletani, quali proposte di un dialogo tra arte antica e contemporanea, tra la memoria del passato e del presente, per una continua riscoperta attraverso l’arte: in collaborazione con la Fondazione Morra, è stato presentato Convivium eternum di Maurizio Elettrico, un’installazione esposta nel cortile e dedicata al quartiere, pensata per il giorno di inaugurazione ma che si potrà ammirare anche successivamente attraverso i social e il sito web dell’Ipogeo dei Cristallini. Il punto focale dell’installazione di Elettrico, in parte ispirata alla saga ed anche alle cerimonie funerarie greche, permeate da una sorta di aura metafisica, è rappresentato da un tavolo festivo, simbolo di integrazione, condivisione e gioia, punto di partenza per tessere una nuova storia. Il tavolo creato per l’Ipogeo dei Cristallini rinvia ad un gioco di ciclicità tra vita e morte ma anche tra naturale e soprannaturale. Lentamente si trasforma in un giardino, simboleggiando una profezia piena di speranza per il futuro. Essa celebra il continuo rinnovarsi della vita, in un ciclo in cui gli umani vivono in armonia con Madre Natura.
Prima installazione artistica all’interno dell’antico sito, fino al 30 settembre 2022 rimarrà esposta l’opera Sidus Terrae (Stella della Terra) dello scultore Christian Leperino, artista che da anni contribuisce alla vita culturale del Rione Sanità. Per l’occasione Leperino ha scelto di mettere in luce l’eredità incarnata dall’Ipogeo dei Cristallini attraverso una figura poco appariscente di una bambina anonima. La sua immagine sta appena prendendo forma, emergendo dal calco. Ha gli occhi chiusi: sta dormendo? Sta sognando? È reale? Rappresenta un singolo individuo o è un riflesso di ognuno di noi? Intorno a lei un’aura di silenzio tranquillo e intrigante mistero da scoprire. Questo doppio ritratto mostra un processo di formazione di una scultura, riferito anche alla conoscenza del sito archeologico dell’Ipogeo e alla scelta di far rivivere, coltivare, ringiovanire, interpretare la sua storia nel contesto vivo della comunità.
COLLABORAZIONI
I lavori di progettazione architettonica degli spazi di biglietteria e accoglienza sono realizzati in collaborazione con il DIARC – Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Napoli Federico II. L’Ipogeo dei Cristallini si avvale inoltre del lavoro di numerose imprese di settore coinvolte nel progetto di recupero e valorizzazione.
Ipogeo dei Cristallini, Napoli
Via dei Cristallini, 133
Accedendo al sito web dell’Ipogeo dei Cristallini (www.ipogeodeicristallini.org) è possibile prenotare la visita e acquistare in anticipo il biglietto, scegliendo giorno e orario.
Dal 1° luglio il sito rimarrà aperto tutti i giorni con turni di visite dalle 10.00 alle 14.00 (durata della visita 60 minuti) per un numero massimo di 8 persone per volta, numero necessario per garantire a tutti una visita in sicurezza e per preservare le preziose pitture.
Per festeggiare l’apertura le visite dall’1 al 10 luglio saranno gratuite (su prenotazione tramite sito online).
Dall’11 luglio l’ingresso sarà a pagamento (intero 25 euro, ridotto 12 euro) e sarà gratuito ogni prima domenica del mese (su prenotazione tramite sito online).
Il servizio di biglietteria e prenotazione online è a cura di OkTicket, piattaforma che cura le biglietterie ufficiali di musei, siti archeologici e scientifici.
Info: info@ipogeodeicristallini.org