di Carlo Picca
Enrico Pennino, napoletano, 42 anni, di professione è visual designer e lavora da quasi 20 anni nel mondo della pubblicità e della comunicazione visiva. La sua carriera di creativo gli ha dato tante soddisfazioni in termini di visibilità e premi. Da sempre ha avuto il pallino della scrittura e nel suo settore professionale si occupa anche di copywriting. Da circa 15 anni insegna Progettazione Grafica. Ha avuto ed ha infatti modo di cimentarsi come docente, in 3 diversi istituti parauniversitari campani di design, collaborando con figure molto note nel mondo della grafica e della pubblicità. Ha cominciato a scrivere più di 10 anni fa, e la sua avventura da scrittore è partita nel 2005: “sono così entrato in un mondo difficile e affascinante, competitivo e tremendamente impegnativo”. Scrive i suoi testi con l’ausilio delle nuove tecnologie, al computer tramite software di video scrittura, sul tablet o altri device moderni quando – racconta – “l’ispirazione mi coglie nei luoghi più impensabili”. Scrittore onnivoro, legge molte cose, sentimentalmente legato ai primi libri letti da ragazzo, Asimov in particolare, ma se deve proprio sbilanciarsi sui suoi scrittori preferiti, cita Ammaniti fra gli autori italiani e i Nobel Josè Saramago e Herta Muller.
Nel 2014 ha pubblicato Tutti gli Amici di Anna (ed. Scrittura & Scritture), libro intenso fortemente ispirato alle nuovissime generazioni e al loro futuro, a quella che potrebbe essere la loro vita fra qualche anno, in un mondo ancor più globalizzato “dove l’integrazione sarà una ricchezza, al di là dello scetticismo e dei timori odierni”. In dieci anni, grazie al prezioso lavoro dell’editore indipendente Scrittura & Scritture, ha pubblicato una raccolta di versi e aforismi, due romanzi corti che affrontano tematiche sociali destinate ai più giovani – Il Segno di Joao e Tutti gli amici di Anna – e un racconto breve di stampo sportivo inserito nell’e-book Napoli-Juve, La Sfida. E’ in cantiere probabilmente per l’anno venturo, il suo primo romanzo lungo, una sfida personale importante perché abbraccia tematiche più “popolari”, senza perdere di vista quello che lo ha sempre contraddistinto come scrittore: un attento sguardo al sociale.
Alla domanda che gli rivolgo se è faticoso fare il lavoro dello scrittore e quali sono gli ingredienti per fare una storia, mi risponde: “Non esiste fatica là dove la passione per una professione ti pervade a tal punto da farti ritenere prioritario il libro che stai scrivendo rispetto a tutto il resto. Il mestiere dello scrittore può risultare duro quando richiede un particolare sforzo e un grande impegno per tematiche particolari, quando ricerca e approfondimento sono valori aggiunti imprescindibili per la storia che prende forma. In generale, per quanto mi riguarda, preparo un canovaccio al quale fare riferimento nel suo sviluppo, a volte imprevedibile, non so quasi mai dove i personaggi che creo mi portano, a volte lo scopro alla fine, sembra paradossale ma è così. L’argomento, il contesto sociale e geografico, la descrizione particolareggiata dei personaggi principali, l’azione e una morale densa di significato sono i principali ingredienti delle mie “ricette” letterarie”.
Il complimento più bello che ha ricevuto nel tempo è stato quello di essere riuscito con una forma piana e chiara a trasmettere significati e tematiche delicate in maniera mai banale, particolarmente adatta a chi è solitamente lontano dall’abitudine alla lettura. Qualche critica l’ha anche ricevuta, “qualcuno ha apprezzato meno alcune descrizioni dei contesti nei quali i miei personaggi si muovevano scambiando il mio realismo per cinismo o addirittura esaltazione di un mondo indecente. L’intento non era chiaramente quello di restare narrativamente poco partecipativo a quegli scenari, volevo passasse in modo neutro, e in tutto il suo squallore, l’angolo di mondo che raccontavo”.
E se gli chiedi se a sua figlia piacciono i libri che scrive risponde così: “Mia figlia ha 6 anni, sta imparando a leggere. Mi auguro possa essere la prima appassionata dei miei libri. Per ora si accontenta dei miei racconti orali, viene alle presentazioni e mostra un discreto interesse per l’evento. Tutti gli Amici di Anna è un libro fortemente ispirato a lei.
“Dieci anni sono trascorsi dal giorno in cui Anna ha visto i suoi multietnici compagni di scuola: la pelle scura e i capelli crespi di Khaled, gli occhi a mandorla di Lin, il rumeno Daniel. In tutto questo tempo le loro strade non si sono più incrociate e Anna è stata lontana dal suo paesino di provincia, per lei sempre troppo stretto e culturalmente limitativo, preferendo la cosmopolita Roma. Il ritorno al paese, il rincontrare Khaled, una muta richiesta di aiuto portano Anna a confrontarsi con se stessa e con le sue convinzioni”.
Tutti gli Amici di Anna è un racconto che attraversa il senso profondo dell’amicizia e della solidarietà, per scardinare barriere culturali e pregiudizi di cui, in un modo o nell’altro, tutti siamo, o siamo stati, vittime o artefici. “Scrivere – conclude Pennino – è il modo ordinato di farsi capire quando le emozioni e la voglia di raccontare ti travolgono a tal punto da reputare insufficienti tutte le parole a disposizione per esprimere, a voce, la gioia e il tormento di un sentimento vero.”
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Tutti gli amici di Anna
Pagine: 76
Collana: i minuti
Genere: racconto
Anno di pubblicazione: 2014
Editore: Scrittura & Scritture