di Redazione FdS
Dopo due giorni di discussione arriva da Bruxelles una netta presa di posizione dell’Europa sulla vicenda del parassita Xylella tentando di far fronte a una situazione che rischia di mettere in ginocchio l’economia del comparto olivicolo in Puglia. Il Comitato permanente per la salute delle piante – inserendosi nella diatriba fra i sostenitori della eradicazione degli ulivi ammalati e i promotori di pratiche di coltura più adeguate in grado di evitare scelte distruttive – ha approvato le misure rigorose proposte dalla Commissione europea per impedire la diffusione del batterio Xylella fastidiosa, presunto responsabile del fenomeno di essiccamento degli ulivi in alcune aree del Salento. E’ stato previsto che nelle aree infette occorrerà procedere alla eradicazione non solo degli ulivi malati ma anche di tutte le piante che nel raggio di 100 metri risultino ospitare il batterio, indipendentemente dal loro stato di salute oggettivo, con la conseguenza che dovrebbero eradicarsi anche piante senza sintomi.
La regola vale per tutti gli Stati membri in cui eventualmente si verificassero casi di epidemia da Xylella, hanno altresì l’obbligo di notificare la presenza di nuovi focolai, di svolgere indagini ufficiali e di delimitare “rapidamente” le zone colpite. In particolare per l’Italia è stata poi prevista “la possibilità di applicare misure di contenimento nell’intera provincia di Lecce, dove l’eradicazione non è più possibile”, tranne “in una zona di 20 km adiacente alle province di Brindisi e Taranto” in cui sussiste l’obbligo di “rimuovere sistematicamente tutte le piante infette e di testare le piante circostanti nell’arco di 100 metri”; queste ultime vengono cioè solo “monitorate” per accertare l’eventuale presenza del batterio, caso nel quale andranno anch’esse espiantate. Obiettivo di questa soluzione è creare una sorta di “fascia cuscinetto” che impedisca la diffusione del batterio in direzione nord.
La scelta di queste misure, che coinvolgono circa 100 ulivi per ettaro, viene giustificata dall’Europa alla luce dell’obiettivo di evitare la diffusione del killer degli ulivi attraverso azioni rigorose ma allo stesso tempo di preservare il più possibile il patrimonio olivicolo e il paesaggio del Salento.
Infine, vista la presenza di Xylella su piante di importazione da Paesi extraeuropei, è stato stabilito che la “importazione e movimentazione nell’Ue di piante vive note per essere suscettibili alla Xylella nel mondo saranno soggette a strette condizioni”, mentre per le importazioni di piante di caffè provenienti da Honduras e Costa Rica, dato l’elevato rischio che siano infettate dal batterio, è stato predisposto un “bando specifico”. Anche le esportazioni pugliesi verso la UE delle circa 150 specie ‘a rischio’ indicate nella lista dell’Efsa – tra cui la vite particolarmente ricercata in Francia – dovrebbero subire un blocco, salvo l’adozione di misure molto rigide; con le conseguenze economiche che tutti possono immaginare.
Sulle misure che riguardano la Puglia dura è stata la reazione della Coldiretti Puglia, il cui presidente, Gianni Cantele, ha negato qualsiasi disponibilità a sacrificare alberi sani. Ha invece manifestato apertura sul metodo del monitoraggio delle piante circostanti. Cantele ha infatti definito “inaccettabile” l’dea comunitaria della rimozione e distruzione delle piante infette e di tutte le piante ospiti nel raggio di 100 metri a prescindere dal loro stato di salute, perchè questo comporterebbe una aprioristica distruzione del patrimonio olivicolo andando ad abbattere “esemplari monumentali introvabili al mondo” oltre ad essere “improponibile sul versante dei costi economici e della tensione sociale”. Il presidente di Coldiretti Puglia ha quindi invocato una verifica celere, da parte della Commissione Europea, della reale applicabilità reale delle misure anche perchè i danni per l’economia agricola pugliese che deriverebbero da soluzioni così rigide, come quelle indicate dall’UE, sarebbero incalcolabili.
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