“Tony Gaudio…il suo giudizio su luci e ombre, l’acutezza del suo occhio per i dettagli della composizione, la sua “infinita capacità di fronteggiare le difficoltà” – che, dopotutto, è la migliore definizione finora concepita per il genio”
George Blaisdell, in American Photographer, 1937
di Enzo Garofalo
Riscoprire quei conterranei che in un passato a volte remoto, e spesso lontano dai propri luoghi di origine, si sono affermati ai più alti livelli nel mondo della cultura, delle scienze o dell’imprenditoria, ha senso solo se tali figure diventano ”strumenti” per una più ampia riflessione sul talento, sul merito e sulla perseveranza nel perseguire i propri sogni, in poche parole se li si considera fonti di ispirazione, altrimenti il tutto rimane solo un mero esercizio retorico o provincial-campanilistico tipico di chi, continuando a cullarsi nel proprio immobilismo, si vanta di glorie non proprie. Certamente un esempio a cui ispirarsi è per i calabresi la figura di Tony Gaudio, al secolo Gaetano Antonio Gaudio, nato a Cosenza nel 1883, emigrato a New York insieme al fratello minore Eugenio nel 1906 e – forte di un grande talento e di una preparazione tecnica maturata nell’avviatissimo studio fotografico cosentino del fratello maggiore Raffaele – diventato in poco tempo uno dei più apprezzati direttori della fotografia nel periodo d’oro di Hollywood a cavallo tra gli anni ’10 e gli anni ’40; un periodo da egli vissuto accanto a registi come Howard Hawks, William Wyler, Howard Hughes e William Dieterle e a grandi dive come Mary Pickford, Bette Davis, Norma Talmadge e Greta Garbo. Il successo di Tony fu coronato nel 1937 dalla vittoria del premio Oscar (il primo andato a un italiano) per il film Avorio Nero del regista Mervyn LeRoy e da altre 5 nomination in una disciplina nella quale seppe farsi valere anche come grande innovatore sul piano tecnico, rinnovando i meccanismi di messa a fuoco delle macchine da presa, inventando l'”effetto notte” e l’illuminazione di precisione, oltre che come promotore dell’arte cinematografica e paladino dei diritti di categoria essendo stato, insieme al fratello Eugene, uno dei fondatori dell’American Society of Cinematographers (ASC).
A questo artista la cui storia, così come quella del fratello Eugenio, abbiamo ampiamente raccontato nel 2019, la città di Cosenza ha finalmente deciso di rendere omaggio dedicandogli una targa in pietra, disvelata ieri mattina sul palazzo che fa angolo tra la piazzetta San Giovanni Gerosolimitano e Corso Telesio, nel centro storico, là dove i Gaudio ebbero la sede principale del loro celebre atelier fotografico e dove Tony mosse, insieme al fratello Eugenio, i primi passi nel mondo della fotografia; un luogo peraltro segnalato dall’antica insegna liberty “Foto Gaudio”, rimasta a lungo muta per la maggior parte dei cosentini di oggi. Così come pressoché ignota è rimasta in Italia, fino a tempi recentissimi, la figura stessa di Tony Gaudio: la prima più consistente divulgazione della sua storia – come ricordato da Mariarosaria Donato (Cineteca della Calabria) – si ebbe grazie a una mostra con cinerassegna organizzata nel 2017 presso la Biblioteca Nazionale di Cosenza, preceduta e seguita da pochi articoli tra cui il nostro servizio del 2019.
Questa targa rappresenta dunque il primo passo verso una riscoperta della figura e delle opere di Tony Gaudio, la premessa di sviluppi futuri tra cui innanzitutto il documentario “L’Oscar Dimenticato” in corso di lavorazione per la cosentina Open Fields Productions dei fratelli Alessandro e Fabrizio Nucci che con questo progetto si sono aggiudicati il bando Produzione 2021 della Calabria Film Commission. Nel frattempo gli stessi produttori hanno pensato bene di iniziare a coinvolgere le istituzioni, stimolandole a rendersi parte attiva in questo processo di riappropriazione collettiva della figura di un prestigioso ”figlio” del capoluogo bruzio. L’evento inaugurale è stato infatti realizzato con il supporto e il patrocinio del Comune e della Provincia di Cosenza, della Fondazione Calabria Film Commission, oltre che con il patrocinio gratuito di Confcommercio Imprese per l’Italia (prov. di Cosenza) e Confartigianato Imprese Calabria. Gli interventi dei rappresentanti istituzionali si sono susseguiti per poi lasciare la parola a Gino Gaudio, pronipote di Tony che – giunto per l’occasione in Calabria dalla California con la moglie Mary Reid – ha disvelato la targa insieme a Franz Caruso, sindaco di Cosenza.
Il primo cittadino ha tenuto a rimarcare come la figura di Tony Gaudio e il suo ruolo pionieristico nel mondo del cinema, così come il prestigioso riconoscimento tributatogli dalla Academy, siano stati ingiustamente ma involontariamente dimenticati: “Della storia importante e singolare di Tony Gaudio e del premio Oscar ricevuto, nulla Cosenza ha saputo per molto tempo, così come nulla sapevano la Calabria e l’Italia…Grazie a questa iniziativa, siamo finalmente in grado di ricordare non solo alla nostra città e ai calabresi, ma a tutto il Paese, quello che ha significato la figura di Tony Gaudio e ciò che hanno rappresentato, per il nostro territorio, l’inventiva, la professionalità e le capacità che il popolo meridionale, così come Tony Gaudio, ha saputo affermare nel mondo…Ringraziamo i promotori di questa manifestazione per averci dato la possibilità di tramandare al futuro una storia che va raccontata perché non è la solita storia di emigrazione che, tra miseria e luoghi comuni, ha caratterizzato il nostro territorio e il nostro Paese, ma una storia di capacità e di coraggio che la Calabria ha offerto al mondo sin dall’inizio del secolo scorso. Dobbiamo continuare a valorizzare queste esperienze e uomini come Tony Gaudio, per infondere nei nostri giovani la fiducia nelle proprie capacità, avendo la consapevolezza che chi ha talento si può affermare nel mondo e nessun traguardo gli è precluso. Gli italo-americani, che tanto hanno rappresentato per l’America – ha concluso Franz Caruso –, hanno espresso volontà e onestà e non solo quella parte negativa spesso impressa come un marchio infamante sulla nostra esperienza oltreoceano. Noi invece siamo e vogliamo essere tutti Tony Gaudio!”.
All’appassionato intervento del sindaco hanno fatto seguito quelli di Rita Benigno, portavoce della presidente della Provincia Rosaria Succurro, il giornalista Paride Leporace, Giovanni Guagliardi per Unindustria, Loredana Ambrosio per Confartigianato imprese, Francesco Alimena, consigliere comunale con delega al Centro Storico, Carlo Pasqua amico di Gino Gaudio e della sua famiglia (v. foto sotto), e Mariarosaria Donato (Cineteca della Calabria).
Ha concluso gli interventi un emozionatissimo Gino Gaudio, nipote diretto di Eugenio e pronipote di Tony, che vive in California dove lavora come broker immobiliare, oltre a vantare una carriera decennale come baritono sul palco di Broadway e a svolgere mansioni di tesoriere per la Fondazione Italia, ente no-profit che dal 1998 promuove l’insegnamento della lingua e della cultura italiana nel sud della California. Membro attivo della comunità italiana di Los Angeles, fa parte del consiglio di amministrazione della Italy America Chamber of Commerce West (IACCW) e della Little Italy of Los Angeles Association (LILAA): un impegno assiduo nella promozione della cultura italiana che gli è valso il conferimento, da parte del nostro Stato, dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine della Stella d’Italia, riconoscimento cui seguirà, come preannunciato dal sindaco Caruso, quello della Cittadinanza Onoraria di Cosenza.
In un ottimo italiano Gino ha ricordato come fin da ragazzo abbia frequentato l’Italia, prima vivendo per un anno a Milano a seguito del padre che studiava canto lirico al Conservatorio Giuseppe Verdi, poi – dopo la laurea in scienze politiche – tornando varie volte a Cosenza alla ricerca delle radici familiari. E se a Cosenza tale ricerca non ha dato esiti, di recente Gino ha rintracciato alcuni procugini a Roma: si tratta di Adalgisa Alimena e Giulio Alimena, che insieme al compianto Raffaele Alimena (scomparso di recente), sono figli di Clorinda Gaudio e, nell’ordine, nipoti di Raffaele Gaudio (il fotografo cosentino) e pronipoti dei suoi fratelli minori Tony e Eugene Gaudio (i direttori della fotografia). Naturalmente non mancano i membri più giovani della famiglia, sparsi tra Roma, Piacenza e Trento, tra cui Livia Alimena (figlia di Raffaele) che vive a Roma e ci ha gentilmente aiutato a districarci nella complessa genealogia.
Al pubblico non resta che aspettare l’uscita del documentario con la regia di Alessandro Nucci attualmente in lavorazione tra Calabria, Piemonte e Stati Uniti e in prevista uscita per l’estate 2023. “Il nostro documentario in corso di realizzazione – ha detto Fabrizio Nucci di Open Fields Productions – vuole raccontare il viaggio che ha portato Tony Gaudio dalla Calabria alla consacrazione del 1937 da parte dell’Academy of Motion Picture, indagando anche il mistero che si cela dietro la sparizione della statuetta del primo Oscar italiano. La targa commemorativa è il primo passo per restituire il giusto riconoscimento ad una personalità del nostro territorio che si è distinta nella storia, ma ingiustamente dimenticata”.
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