Il dialogo tra la natura e il progresso non è sempre armonioso, anzi spesso è fatto di note stonate che arrivano a produrre una melodia più che altro rumorosa e addirittura malsana. Il cemento che sostituisce distese verdi o che convive insieme ad esse è un qualcosa che osservo insistentemente, cercando in esso invano la bellezza quasi in modo ossessivo. Questa ricerca di armonia forse non è solo una mia ossessione, forse non sono sola in questa ostinata voglia di portare la bellezza laddove esiste solo la traccia buia e sbiadita del passaggio dell’uomo, con la sua mania di plasmare tutto e renderlo fruibile alle sue esigenze, senza a volte nemmeno riuscirci appieno.
Il progetto artistico “Altrove”, che in questi giorni ha interessato la città di Catanzaro, traduce in atti concreti quel desiderio di armonia e bellezza che ci assale quando siamo circondati dal degrado di un qualunque angolo di periferia. Angoli non semplicemente disabitati, ma considerati “terra di nessuno”, angoli bui destinati a marcire nell’incuria generale. Tutto questo è frutto di quella mancata educazione alla bellezza da riscoprire in tutti gli spazi comuni, un fenomeno che “Altrove” cerca di contrastare, contribuendo alla “creazione di una cittadinanza attiva e partecipativa nella cura di questi ultimi”.
“Crediamo nella potenza dell’arte come strumento di riqualificazione urbana e nel valore della bellezza come elemento fondamentale nella formazione di una nuova coscienza civica” – scrivono gli organizzatori sulla loro pagina Facebook. “Proponiamo un nuovo punto di vista sulla città e della città – proseguono – un’immagine nuova che crei la sensazione di vivere in un altro luogo. Altrove”.
E si può dire che, in tre anni, i giovanissimi promotori di questa iniziativa sono riusciti nel loro intento. Animati da un grande amore per una città complicata e da una grande forza di volontà, uniti ad una straordinaria commistione di competenze in termini di creatività e di spirito di discernimento delle personalità artistiche da coinvolgere, sono riusciti nel duplice obbiettivo di contribuire a dare alla città un nuovo volto e in quello di smuovere la coscienze, ponendosi al centro di una polemica che, per quanto assurda, ha costretto la cittadinanza tutta a rivolgere la sua attenzione verso quello che a mio avviso è l’inizio di una vera e propria ondata di rinnovamento in una città abituata a sonnecchiare ormai da troppo tempo.
Curato da Edoardo Suraci e Vincenzo Costantino, coadiuvati da un team di giovani che collaborano attivamente all’organizzazione delle varie iniziative, “Altrove Street Art Festival” è promosso dal Comune di Catanzaro, col patrocinio dell’Ordine degli Architetti, dall’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, in collaborazione con Linvea Vernici e quest’anno si è svolto dal 9 al 18 giugno, stravolgendo letteralmente l’abituale andazzo della città capoluogo di regione da vari punti di vista.
Infatti, il festival si è arricchito di eventi che hanno integrato conferenze, dibattiti, arti performative e poi la realizzazione di opere murali ed installazioni artistiche. Inoltre, uno sguardo è stato rivolto alle nuove generazioni e al loro approccio con il mondo dell’arte. A questo proposito si sono svolti laboratori di stampa serigrafica e di fotografia, oltre che concerti e dibattiti sullo stato dell’arte pubblica in Italia e progetti all’interno delle scuole.
Tutti i giorni, per la durata del festival, la città ha subito una scossa di puro risveglio all’insegna dei nuovi linguaggi dell’arte contemporanea. A questo hanno contribuito anche la mostra allestita all’interno del complesso monumentale del San Giovanni e le opere d’arte urbana realizzate all’interno del tessuto cittadino. Per dieci giorni la città ha ospitato dieci tra i più accreditati muralisti internazionali che hanno messo la loro creatività e le loro alte competenze a servizio di un territorio difficile quanto affascinante, favorendo uno straordinario dialogo tra antichità e futuro.
2501, Alberonero, Alexey Luka, Aris, CT, Ekta, Gue, Nelio, Domenico Romeo, Thtf, sono i nomi dei dieci artisti le cui opere contribuiranno a combattere la rassegnazione al degrado estetico e sociale di una popolazione che va spinta al cambiamento. Un cambiamento che a Catanzaro come in Calabria è in atto ed è messo in evidenza anche dal movimento Ereticamente di cui mi sono ampiamente occupata in questo blog. Non a caso i due percorsi, quello di Altrove e quello di Ereticamente, si sono incrociati e a quest’ultimo è stato dedicato uno spazio all’interno del festival.
E cambiamento sia!
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