di Redazione FdS
Ventisettesima giornata per Calabria Grand Tour l’iniziativa che per 30 giorni sta portando in giro per la Calabria il giovane reporter Silvio Gatto. Il tour è partito dalla stazione di Palizzi Marina, lido dell’omonimo borgo aspromontano di poco più di duemila abitanti in provincia di Reggio Calabria. Per un mese Silvio attraverserà la sua regione alla scoperta dei tesori nascosti, ma anche delle tante ferite inflitte al territorio soprattutto nell’ultimo cinquantennio.
Il percorso di Silvio si sviluppa per tappe, non troppo definite, lasciando così spazio anche all’inatteso. Si concentrerà sui singoli territori provinciali, portando il giovane viaggiatore a visitare i luoghi più suggestivi e le maggiori opere, interrogandosi sulla loro fruibilità e sulle loro condizioni. Silvio racconterà ed illustrerà parti importanti del suo viaggio con immagini e testi condivisi sui social network Facebook e Instagram, sul suo Blog personale e anche su Fame di Sud che darà gli aggiornamenti in tempo reale. Un modo per tentare di infrangere i tanti ed inveterati stereotipi su una regione che solo in pochi conoscono davvero e che Silvio intende raccontare con gli occhi di chi ne vive la quotidianità nei suoi aspetti positivi e negativi. Lo farà percorrendola a piedi, in macchina o in treno a seconda della situazione e della meta da raggiungere. Pernotterà a casa di amici lì dove gli sarà possibile, oppure ricorrerà a B&B situati in punti strategici lungo il suo percorso.
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CALABRIA GRAND TOUR – 15 Luglio
L’arco normanno fu realizzato insieme alle mura del complesso monastico nel XIII secolo. Consentiva l’accesso alla zona abbaziale, nella quale vigeva il “diritto d’asilo”: una volta entrati si perdevano diritti e privilegi in vigore sotto il regno di Enrico VI di Svevia.
Presso l’Abbazia Florense di San Giovanni in Fiore (CS)
Ecco l’abbazia di san Gioacchino da Fiore. Conserva intatta, grazie a restauri intelligenti, la sua vecchia carcassa del XII secolo. Un meraviglioso portale gotico illumina la rude facciata completamente nuda. Dietro, il transetto e l’abside, dalle pietre vetuste senza alcuna crepa, sono decorati di finestre rotonde, e, sotto, di tre finestre gotiche. La stessa eloquente povertà all’interno. Il soffitto con travi a vista rassomiglia a un tetto di capanna. Mi sento subito pervasa della presenza di questo famoso monaco “di spirito profetico dotato” , come diceva Dante… La personalità di Gioacchino da Fiore è in parte responsabile del mio soggiorno a San Giovanni, suo centro abbaziale.
Maria Brandon Albini, Calabria, 1955
La facciata dell’Abbazia Florense di San Giovanni in Fiore (CS)
Morano, conclusione del nostro viaggio di oggi, è situata sul sito dell’antica Siphaeum e copre con le sue case una collina scoscesa su cui s’inerpica la strada principale. […] Se sino ad ora abbiamo abitato in precipizi, ciò è stato solo un preludio a Morano che rappresenta ciò che vi è di più scosceso al mondo e di più piramidale nel genere. È una montagna a picco con case sovrapposte le une sulle altre e non si arriva in cima se non arrampicandosi tra gli interstizi che lasciano tra di loro e col rischio di rompersi mille volte il collo.
Horace De Rilliet, Colonna mobile in Calabria nell’anno 1852
Morano Calabro (CS)
Il castello Normanno-Svevo di Morano è situato nel punto più alto della città. L’architettura attuale risale al XVI secolo, quando divenne dimora estiva del principe Pietro Antonio Sanseverino di Bisignano. Fu progettato da architetti napoletani ispirati dal Maschio Angioino di Napoli. Nel 1806 venne parzialmente distrutto dalle truppe francesi.
Morano Calabro (CS)
La Chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo è uno degli edifici religiosi più antichi di Morano. Eretta intorno all’anno 1000, conserva elementi architettonici originali, tra cui il campanile medievale con meridiana.
Morano Calabro (CS)
Il castello aragonese di Castrovillari, voluto da Ferdinando I d’Aragona venne edificato nel 1461. Fino al 1995 fu utilizzato come carcere cittadino. Recentemente sono stati spesi 500.000 euro (fondi fesr) per lavori di restauro e consolidamento della struttura. Dal 2013 il castello è aperto al pubblico.
Lo stemma aragonese sul portale d’accesso, Castrovillari (CS)
Gli scavi di Sibari iniziarono nel 1967, e andarono avanti per dieci anni. L’indagine archeologica evidenziò la complessità stratigrafica del sito, il quale conteneva tre tipi di abitati: l’antica colonia achea di Sybaris (720 a.C.), la panellenica Thurii (444 a.C.) e la colonia romana di Copia (193 a.C.).
Parco Archeologico di Sibari, presso Cassano allo Ionio (CS)
Continuano i lavori di ripristino del sito dopo l’esondazione del Crati, avvenuta il 18 gennaio 2013. Grande merito va dato ai volontari che tentarono di salvare resti e mosaici sommersi dal fango. Le istituzioni promisero interventi repentini e finanziamenti milionari, ma poco è stato fatto.
Parco Archeologico di Sibari, presso Cassano allo Ionio (CS)
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