di Redazione FdS
Quasi 300 reperti, selezionati tra i più importanti offerti dall’archeologia, dall’età del Ferro alla piena età ellenistica; due città gemelle, Messina e Reggio Calabria, nel corso dei secoli legate o divise dal mare, che hanno incrociato molteplici volte le loro storie, a partire dalla lontana fondazione, alla fine dell’VIII secolo a.C., ad opera di coloni provenienti da Calcide, nella grande isola dell’Eubea. Tutto ciò è al centro della mostra “Zancle e Rhegion – Due città a controllo dello stretto”, allestita al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria (MArRC) dal 20 settembre 2017 (inaugurazione alle ore 17.00) al 31 gennaio 2018. L’esposizione, risultato della collaborazione scientifica e di una proficua sinergia tra il Museo reggino e l’Assessorato Regionale per Beni Culturali e l’Identità Siciliana della Regione Siciliana, è stata curata dal direttore del MArCR Carmelo Malacrino e della dottoressa Gabriella Tigano, Responsabile della Unità Operativa Archeologica della Soprintendenza Beni Culturali e Ambientali di Messina.
La mostra vuole raccontare la storia del braccio di mare che separa la Calabria dalla Sicilia e delle due grandi città affacciate su questo tratto di Mar Mediterraneo e lo fa con un’allestimento di grande impatto che si arricchisce di numerosi reperti inediti, provenienti sia dai depositi del Museo di Reggio Calabria sia da quelli della Soprintendenza di Messina, materiali che svelano le loro storie per la prima volta. Tra i reperti più importanti, saranno in mostra la magnifica anfora calcidese a figure nere del VI secolo a.C. e tre grandi crateri figurati, databili tra il V e il IV secolo a.C. Il visitatore avrà altresì la possibilità di apprezzare le peculiarità delle produzioni locali e, soprattutto, di misurare il grado di similarità tra le due città separate dallo Stretto.